Censimento 2011: perché l’Istat non sta contando anche gli animali domestici?

La domanda l’ha formulata per primo Piero Villa, il presidente della Fda, Fondazione diritti animali, ma probabilmente se la sono posta anche parecchi padroni italiani.

Anche questa volta l’Istat si è dimenticata di chiedere alle famiglie del Bel Paese una cosa semplice: avete animali che vivono con voi? Eppure, spesso ci capita di leggere sui giornali o di sentire alla televisione, che nella nostra nazione ci sarebbero milioni di cani e milioni di gatti che vivono nelle famiglie. Numeri sparati “a naso”… perché nessuno li ha mai contati! Per i cani ci sarebbe l'anagrafe canina, ma il condizionale è d'obbligo, visto che almeno nella metà del nostro Paese non funziona. Quanto ai gatti, allora, siamo a questo punto al vuoto cosmico. La domanda sorge spontanea: chi dovrebbe contarli se non – appunto – l’Istat? E, soprattutto, quando dovrebbe contarli se non in occasione del Censimento? Ma pare che la questione sia semplice: gli animali domestici non producono reddito tassabile! Non lavorano e quindi andrebbero solo ad aumentare la percentuale dei "senza lavoro"!!! 

Sarà pure interessante sapere quanto ci si metta ad andare al lavoro, oppure dove tornate dopo il lavoro: a casa vostra o da qualche altra parte? Ma magari avrebbe anche potuto essere interessante sapere se quando tornate a casa - qualunque essa sia - ci trovate un amico che vi accoglie scodinzolando o facendo le fusa o magari cinguettando. Niente di niente!

L'Istat probabilmente non ha tempo da perdere con simili questioni, non ha voglia di occuparsi di una argomenti quali la presenza di animali in famiglia. 

Pazienza se tale questione coinvolga milioni di italiani.

Quanti milioni? Non si sa… 

Chiedetelo all’Istat. Non adesso però. Ripassate almeno tra una decina di anni.