Mediglia, Molinari sulla tendopoli:«Noi facciamo già la nostra parte»

All’assemblea pubblica “No tendopoli” presenti almeno 100 cittadini insieme ai sindaci di Peschiera, Tribiano, Pantigliate e Mediglia: «il Sud Milano considerato di Serie B»

«Disposti a partecipare a sit-in di fronte alla Prefettura»

Dall’assemblea pubblica che ha avuto luogo a Mediglia, è emerso un “No” condiviso per quanto riguarda la tendopoli prevista a Bellaria. Tutti si oppongono fermamente alla decisione del Prefetto, che ha di fatto obbligato Peschiera Borromeo ad “accogliere” in futuro ben 300 migranti in container presso l’ex base dell’aeronautica. Tra partecipanti figuravano i sindaci rispettivamente di Peschiera, Mediglia, Tribiano e Pantigliate

«Ci opponiamo – spiega Caterina Molinari, sindaco di Peschiera Borromeo – a queste forme di falsa accoglienza. Non siamo in grado di sostenere tale richiesta. Abbiamo già parlato con il Prefetto più volte, presentandogli numerosi documenti tecnici, purtroppo siamo lasciati soli, ma non ci arrendiamo. Abbiamo constatato un’enorme differenza tra distretti nell’assegnazione. Peschiera fa già la sua parte, ma per il Prefetto noi rappresentiamo “un polmone” in caso di emergenza. Per questo abbiamo bisogno del sostegno dei Comuni limitrofi e delle persone». 

Organizzata dal Comitato “No alla tendopoli dei 300 a Peschiera”, la serata ha unito sia la voce dei cittadini (oltre 100) sia quella delle Istituzioni. Tutti i Sindaci hanno espresso la propria preoccupazione su diversi punti derivanti da suddetta imposizione: 
1)La sicurezza dell’area: «Poiché non è prevista – spiega il sindaco Molinari – un’implementazione di forze dell’ordine, già sotto organico, e il controllo sarà compito della sola Croce Rossa»; 
2)La situazione igienico sanitaria: «l’area – interviene il sindaco Franco Lucente - non garantirà un’adeguata umanità agli ospitanti, inoltre vi è sempre poca chiarezza su eventuali certificati sanitari degli stessi, e le eventuali vaccinazioni da effettuare»;
3)Il numero di richiedenti asilo previsti: «Peschiera – parla Carla Bruschi - già accoglie 40 persone, ma il Prefetto si sarebbe lasciato “sfuggire” che il terreno demaniale di Bellaria potrebbe ospitarne 400. Se accettiamo c'è il rischio che poi ce ne inviino altri»; 
5)La differenza di considerazione nei confronti del Sud Milano da parte delle alte Istituzioni, in paragone ad altre zone della Città Metropolitana: «La zona nord e ovest di Milano – spiega il sindaco Paolo Bianchi - è maggiormente abitata e fornirebbe più soluzioni, eppure il Sud Milano si accolla in alcuni casi un’accoglienza superiore rispetto a quella che sarebbe in grado di gestire, basti pensare a San Zenone al Lambro, con 180 migranti su 4mila residenti». 
6)Chi sono queste persone: «I numeri del Ministero – continua Giulio Carnevale del Comitato - parlano chiaro, solo il 5% dei richiedenti ricevono lo status di profugo, quindi si nutrono dubbi sul fatto che tutti questi uomini sub-sahariani fuggano effettivamente da una guerra»; 
7)Quali sono le soluzioni alternative? «L’accoglienza diffusa – afferma il sindaco Claudio Veneziano - a mio avviso resta l’unica ipotesi. Ma non serve spostare il problema per risolverlo. Questo è il frutto di una politica estera italiana fallimentare». 

Tra le idee venute fuori dal confronto vi sarebbe quella di un sit-in di fronte alla Prefettura per manifestare il proprio dissenso. A queste proteste civili, tutti i Sindaci, compresa Caterina Molinari, hanno sottolineato la propria disponibilità a prendervi parte. L’obiettivo è evitare l’imposizione, infatti in futuro il Prefetto potrebbe assegnare al territorio ulteriori richiedenti, basti pensare che negli ultimi 5 giorni sono giunte in Italia ben 6mila persone


Stefania Accosa