Intervento record al Policlinico di Milano: “ringiovanito” un rene di 83 anni per trapiantarlo

L’organo è stato destinato ad un paziente di 30 anni più giovane. Il rene è stato riadattato grazie ad una procedura di perfusione renale, possibile grazie a macchinari all’avanguardia

Le liste d’attesa destinate così ad accorciarsi

Grande successo medico per il Policlinico di Milano, dove è stata messa a punto una tecnica innovativa che ha permesso di adattare il rene di un paziente molto anziano al corpo di un altro molto più giovane. La storia è quella di Paolo, 53enne ex operaio in un cantiere navale in provincia di Sondrio affetto da una grave malattia ereditaria, la policistosi renale. Questa patologia due anni e mezzo fa lo costringe alla dialisi e quindi all’impossibilità di vivere una vita normale. L’unica speranza per lui è quella di essere sottoposto ad un trapianto di reni, ma le liste d’attesa sono molto lunghe. Per due volte nel corso dell’ultimo un anno e mezzo Paolo è stato vicino al trapianto, ma in entrambi i casi l'operazione è saltata all'ultimo momento, poichè l'organo non era perfettamente compatibile. La svolta si è avuta nel luglio scorso, quando finalmente sono divenuti disponibili i reni adatti, se non per il fatto che il donatore fosse una persona di 83 anni. Da qui, però, l’intuizione dei medici del Policlinico, cioè quella di ringiovanire (in gergo tecnico “ricondizionare”) gli organi dell’anziano donatore attraverso la procedura di perfusione renale, di solito impiegata per preparare all'intervento chirurgico i reni di donatori molto giovani, anche sotto l’anno di vita, che altrimenti difficilmente potrebbero essere trapiantati con successo. Il procedimento è stato possibile grazie alle apparecchiature LifePort, recentemente arrivate al Policlinico a seguito di una donazione dell'Associazione Bambino Nefropatico. La procedura ha funzionato solo per uno dei due reni disponibili, che è stato così utilizzato per il trapianto di Paolo, che è potuto tornare a fare una vita normale. «Questa tecnica – ha commentato Laura Chiappa, direttore sanitario del Policlinico di Milano - consente di utilizzare organi che, finora, non erano stati ammessi nel circuito della donazione. Questo potrebbe consentire di ridurre le attese per i pazienti che devono essere sottoposti a un trapianto».
Redazione Web