Milano, salta il piano moschee

Due comunità islamiche si fanno la guerra a colpi di ricorsi per l'area di via Esterle: L'associazione culturale del Bangladesh chiede al Tar di intervenire, e blocca i piani di Palazzo Marino

L'area degli ex-bagni di via Esterle, contesa dalle comunità islamiche

L'area degli ex-bagni di via Esterle, contesa dalle comunità islamiche

«Questo ricorso evidenzia una volta di più la conflittualità fra gli islamici»

Milano, venerdì sera è arrivata la sospensiva del Tar della Lombardia richiesta dall'associazione culturale del Bangladesh. Il Comune aveva infatti escluso tale associazione dalla graduatoria provvisoria per l'assegnazione degli ex bagni pubblici di via Esterle. Nella graduatoria, il Comune aveva assegnato tre aree da mettere a bando per costruire nuovi luoghi di culto, delle quali, due sarebbero state destinate a moschee e una alla chiesa evangelica tra San Donato Milanese e Rogoredo. «La domanda cautelare è accolta» e «per l'effetto sospende l'efficacia dei provvedimenti impugnati in epigrafe», significa, in sostanza, che viene annullata la procedura che faticosamente era stata avviata per riuscire a dare due nuovi luoghi di culto ai musulmani, ovvero in via Esterle (comunità di Asfa Mahmoud) e nell’area presso l’ex Palasharp (per il Caim). «Non so dire che cosa succederà –ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali, Pierfrancesco Majorino- In teoria, fino ad aprile ci sarebbe tempo per andare avanti sull'iter per il cambio di destinazione delle tre aree che avevamo messo a bando. Ma adesso, questa ordinanza dalle conseguenze ancora poco chiare, per me, indebolisce tutto».

Il Comune aveva annunciato che lo spazio degli ex bagni di via Esterle(1490mq) sarebbe stato assegnato alla seconda sigla in gara, ovvero alla Casa della Cultura musulmana di via Padova 144, fondata da Asfa Mahmoud, il quale ha vinto un Ambrogino d'oro, oltre ad essere mediatore con i musulmani milanesi. Il problema, è che l’associazione culturale del Bangladesh si è vivamente opposta alla scelta, inoltre fa parte del Coordinamento Associazioni Islamiche (CAIM) , un’altra comunità islamica, che quindi ha dato vita a una “guerra a colpi di ricorsi” nei confronti della Casa della Cultura per lo spazio di via Esterle. Il Caim ha così chiesto l’intervento del Tar, che in pochi giorni ha bloccato il progetto di Palazzo Marino, con ripercussioni anche sull’assegnazione di altre due aree, a Montestella e a Rogoredo.

«Questo ricorso, questa prima decisione – spiega Majorino-  evidenzia una volta di più la conflittualità fra gli islamici. In Comune stiamo verificando tutti gli aspetti legali, gli effetti della legge regionale sulle moschee, stiamo anche prendendo tutte le informazioni necessarie sulla sicurezza con la prefettura. Stiamo anche aspettando che la Consulta dica se la legge anti-moschee di Maroni è valida. Ma mi sarei aspettato – conclude - che le comunità islamiche mostrassero di aver capito che, in una fase storica di questo genere, o c'è grande compattezza fra tutti, o i margini per costruire cose nuove si restringono».