8 km maledetti: Brattoli alla Marathon Des Sables

il desert runner di Peschiera Borromeo ha partecipato alla maratona nel Sahara, in ricordo dell'amico Claudio Bonaiti

Claudio Bonaiti

Claudio Bonaiti

Raffaele Brattoli, desert runner di Peschiera Borromeo, qualche anno fa, aveva accolto la richiesta dell'amico Claudio Bonaiti, di correre insieme la 30^ edizione della Marathon des Sables in Marocco. Ma tra la stretta di mano e la promessa fatta di quei due macinatori di chilometri si è messo di traverso il destino, che ha impedito all'amico di partecipare. Claudio Bonaiti, infatti, è stato stroncato da un infarto nel 2013, non potendo avverare quel sogno di solcare le dune del Sahara. Già nel gennaio 2014, Raffaele partecipò a "TransOmania", una maratona di 300 km nell'Oman, sempre in ricordo dell'amico scomparso.
Questa volta era diverso, si trattava di una promessa da mantenere. Così Raffaele ha deciso di partire da solo alla volta del Marocco e partecipare per entrambi alla proibitiva Marathon des Sables, una competizione di 250 Km, suddivisa in 6 tappe, in completa autosufficienza alimentare. 
Benché l’atleta di Peschiera Borromeo fosse senza preparazione specifica per questo tipo di gare, essendo fermo da mesi, e dolorante per molteplici problemi fisici (due lesioni al tendine femorale e uno sfilacciamento all'ischio destro e come se non bastasse il menisco sinistro danneggiato), è stato spinto ad onorare la promessa fatta a quell'amico che non c'è più.
Il 5 aprile è partito alla volta della gara estrema, contro i pareri medici e lo scetticismo di tanti amici. Perché esistono persone che quando danno la loro parola la mantengono fino in fondo, qualunque cosa accada.
«Non potendo permettermi di correre - spiega Raffaele Brattoli - ho deciso di affrontare le tappe mantenendo una camminata veloce che ha chiaramente allungato i tempi di percorrenza e mi ha fatto patire fatica e soprattutto caldo, che ha raggiunto i 45 gradi centigradi . Ma andavo avanti, solcando sterminate pietraie che laceravano i piedi e arrampicandomi su pareti ripidissime di altorilievi, con alcuni tratti di cordata».
 
I chilometri messi alle spalle aumentavano e, proporzionalmente, anche i problemi fisici si mostravano sempre di più. 
«È il giorno dell’ultima tappa valida per la classifica, i 42 km che mi aspettano non sono i più lunghi, ma sicuramente i più sofferti - ricorda -. Con un ginocchio ormai gonfio e molto dolorante mi appresto a portare a termine anche questa competizione. Tuttavia, d'un tratto cado per terra. Il mio ginocchio aveva ceduto. Con un fulmineo intervento di un commissario di gara, sostenuto da un “Doc Trotter” (professionista medico), viene decretata la mia impossibilità a proseguire. A nulla saranno valse le mie manifestazioni di contrarietà. La mia Marathon des Sables finirà al 232esimo chilometro a 8 dalla meta (gli ultimi 10 per arrivare a 250 km sarebbero stati di sfilata per la conclusione dei giochi). Nonostante mancasse pochissimo - aggiunge - il mio compito è stato portato a termine: che l’anima di Claudio adesso riposi serenamente volteggiando tra le dune del Sahara come lui avrebbe voluto». Raffaele conclude tra la commozione «Caro Amico noi non ti dimenticheremo, e tu non ti dimenticherai». La promessa è stata mantenuta

Raffaele Brattoli e l'amico Claudio

Raffaele Brattoli e l'amico Claudio