San Donato Milanese, arrivato l’ultimatum del Comune all’Associazione Cinofila Bolgiano

Entro il 18 aprile l’associazione dovrà portare via i propri cani da caccia dal rifugio di via Gela, in caso contrario la Polizia Locale e gli accalappiatori entreranno in azione portandoli in canile

Il rifugio per cani da caccia che il 18 aprile verrà chiuso

Il rifugio per cani da caccia che il 18 aprile verrà chiuso

«Abbiamo pagato noi i 9500 euro per smaltire l’Eternit sostituendo il tetto dei box»

Il Comune di San Donato Milanese ha fatto pervenire una lettera all’Associazione Cinofila Bolgiano, in data 2 marzo, con la quale si intimava agli associati di liberare assolutamente il rifugio entro il 18 aprile. L’area in questione si trova presso la fine di via Gela, nelle vicinanze delle sponde del Lambro soggette a un progetto di riqualificazione. Nella lettera del Comune, dai toni imperativi, si legge che entro la suddetta data l’area dovrà essere liberata «e i cani portati in altro luogo da voi individuato. Si ricorda inoltre che nella medesima circostanza saranno presenti agenti della Polizia Locale e il servizio di accalappiamento cani». Gli stessi verranno portati presso un canile e considerati accalappiati a tutti gli effetti, con il rischio di denuncia per reato di abbandono di animale trascorsi gli 11 giorni dall'accalappiamento.

Ancora poco chiaro è il futuro del rifugio, al momento dovrebbe divenire un cantiere attraverso il quale far passare i macchinari, ma “del domani non vi è certezza”. Il rifugio destinato ai cani da caccia ha ospitato dagli anni ’70 decine di cani di cacciatori, impossibilitati dal tenerli nella propria casa, e al momento accoglie ben 39 cani.  Precedentemente dato in comodato d’uso all’Associazione da parte della Snam, dal 2001 il terreno è diventato proprietà del Comune che «Non è voluto scendere a compromessi – spiega un associato (in condivisione con altri) durante l’assemblea di mercoledì sera -  non è mai parso venirci incontro per trovare alternative dove portare i nostri cani, o per prolungare il termine di sfratto». 

Precisando che in realtà il termine sarebbe dovuto scadere a fine gennaio, in realtà il Comune non ha recapitato lettere di proroga, bensì, come spiega R.V. uno dei responsabili: «Si è semplicemente disinteressato, e mentre così il tempo passava, ne abbiamo approfittato per proseguire nella ricerca di spazi adeguati ai nostri cani, ma purtroppo è davvero difficile».
Il problema risiede sia nella distanza di alcuni luoghi dalle città di San Donato Milanese e San Giuliano Milanese (dove vive la maggior parte degli associati), sia nei prezzi. Infatti «Abbiamo trovato delle pensioni – racconta B.M.- ma i prezzi erano allucinanti. Ad esempio verso Binasco chiedevano 15 euro al giorno a cane, arrivando a pagare 500 euro al mese per ogni box. Una spesa insostenibile. Da 40 anni nel nostro rifugio, pagavamo 50 euro al mese per un box, mentre il resto delle spese era in condivisione, ognuno faceva il suo, arrivando a creare un’area-modello, dove i cani crescevano felici nel verde. È un grande peccato».

Il tempo stringe e purtroppo gli associati non hanno più scelta, così la maggior parte di loro porterà i propri amici a quattro zampe presso la Cascina Santa Brera, dove comunque il prezzo sarà superiore ai 100 euro al mese. Nonostante la situazione di emergenza, l’Associazione non si scioglierà, e anzi pretende dei chiarimenti da parte dell’Amministrazione circa alcune spese importati sostenute finora: «Il terreno era comunale – spiega R.V. un associato-  ma abbiamo sempre pagato le bollette, inoltre siamo stati noi a smaltire il tetto di Eternit sostituendolo con uno a norma, previa richiesta al Comune, e pagando in totale 9.500 euro. In precedenza ci siamo addirittura offerti di pagare un affitto, ma senza ricevere risposta». 

La demoralizzazione tra gli associati è tanta, soprattutto perché sono davvero pochi quelli che sono riusciti a reperire uno spazio in giardino o dai parenti. Purtroppo però il destino dell’area pare davvero segnato, e nell’aria è tangibile la delusione e la tristezza per la fine di una bella realtà che riusciva a sopravvivere da decenni