Famiglia di spacciatori marocchini: arrestato anche il secondo fratello

L’uomo, che era ancora latitante, si è recato dai carabinieri a San Giuliano per denunciare una presunta aggressione ai danni della moglie ed è stato fermato

La banda controllava lo spaccio tra Mediglia, Tribiano e Mulazzano

Si è chiuso definitivamente il cerchio attorno alla famiglia di spacciatori marocchini che controllava la vendita di stupefacenti nelle campagne tra i Comuni di Mediglia, Tribiano e Mulazzano. I carabinieri di Paullo hanno infatti stretto le manette attorno ai polsi dell’ultimo componente, il 25enne S.K., che risultava ancora latitante dopo il blitz di domenica 10 gennaio scorso, che aveva portato al fermo a Vizzolo del fratello 30enne A.K. Di S.K., invece, non era stata trovata alcuna traccia presso il suo appartamento di Mediglia e, da allora, i militari paullesi non avevano mai smesso di cercarlo. Tuttavia è stato proprio lo stesso marocchino 25enne a commettere una mossa a dir poco avventata, che ha permesso alle forze dell’ordine di arrestarlo, in maniera quasi casuale. Nella giornata di martedì 12 gennaio, infatti, il giovane nordafricano si è presentato presso la Tenenza di San Giuliano per denunciare una presunta aggressione ai danni della moglie ad opera del loro padrone di casa. Una volta acquisite le generalità di S.K., i carabinieri sangiulianesi hanno riconosciuto in lui lo spacciatore marocchino ricercato dai colleghi di Paullo, che sono stati subito avvertiti. In poco tempo i militari paullesi sono giunti a San Giuliano e non hanno dovuto fare altro che arrestare S.K. il quale, proprio come il fratello e il cugino, ora si trova dietro le sbarre del carcere di Lodi. Si chiude così nel migliore dei modi un’indagine partita nel 2014, quando i militari della stazione di Paullo avevano iniziato a monitorare le mosse della famiglia di spacciatori. Il trio, che si spostava continuamente nelle campagne di Mediglia, Tribiano e Mulazzano, raccoglieva le ordinazioni al telefono ed era solito nascondere la droga sotto terra per non farla trovare.  Gli arresti sono stati possibili grazie alla compilazione di una vera e propria “mappatura” dei clienti, fermati subito dopo gli acquisti.
Redazione Web