Trenord: macchinisti “furbetti” arrivano in ritardo per guadagnare di più

Hanno approfittato di una clausola nel contratto che premia chi lavora più ore. La denuncia è stata fatta anonimamente proprio da 3 macchinisti. Trenord: «Sono casi isolati»

Un convoglio di Trenord

Un convoglio di Trenord

Mentre il nuovo ad di Trenord, Cinzia Farisè, ha promesso che “puntualità” sarà la parola d’ordine della sua gestione, sull’azienda ferroviaria lombarda piomba la bufera dei macchinisti “furbetti”. Il caso è esploso in questi giorni, a seguito di una denuncia pervenuta in forma anonima da parte proprio di alcuni macchinisti in servizio sulla linea Milano-Cremona-Mantova, che hanno puntato il dito contro alcuni loro colleghi. Stando all’accusa, questi dipendenti sono accusati di far viaggiare di proposito i treni in ritardo, allo scopo di far lievitare la propria busta paga. Questo vero e proprio raggiro verterebbe attorno all’articolo 54 del contratto di lavoro, introdotto nel 2012, che di fatto prevede un sistema di incentivi per coloro che dimostrano di lavorare più ore. Tale clausola fa infatti scattare un bonus oltre le 3 ore di viaggio continuative, che cresce proporzionalmente per tutte le successive: 15 euro in più dopo 3 ore, 25 dopo quattro, 30 dopo cinque e 40 oltre le 7 ore. Trenord ha assicurato di essere già al lavoro con le rappresentanze sindacali per eliminare dal contratto l’articolo in questione, precisando che i macchinisti “furbetti” sarebbero solo 25 o al massimo 30, sui ben 1.200 alla guida dei convogli regionali. «Le cause dei ritardi sono altrove – ha sottolineato a riguardo Cinzia Farisè – ma abbiamo il dovere di rimuovere ogni alibi». A tal proposito l’azienda ha reso noto che, grazie all’impegno di tutto il personale sulle 40 linee della Lombardia, negli ultimi 2 mesi le 2.300 corse quotidiane hanno fatto registrare un +10% nella puntualità.      
Redazione Web