Truffe sul web: “l’avventura” di un lettore di 7giorni

Un nostro lettore ci ha contattato per raccontarci lo sgradevole tranello in cui stava per cadere, dopo aver pubblicato un annuncio di vendita su un noto sito di inserzioni

«Quando vendete qualcosa on-line, prestate sempre la massima attenzione»

Il web rappresenta una vera e propria miniera di infinite possibilità, ma purtroppo può anche facilmente divenire terreno fertile per individui senza scrupoli, alla ricerca di persone in buona fede da raggirare e derubare. È questo il caso di un lettore di 7giorni, il quale ha contattato la redazione per denunciare lo sgradevole tranello di cui stava per cadere vittima ma che, per fortuna, alla fine non è andato a segno. 

«A causa del rinnovo dell’arredamento – racconta il nostro lettore, che desidera rimanere anonimo e che chiameremo con il nome di fantasia Sergio – avevo la necessità di sostituire un tavolo da pranzo in stile antico e così ho pensato di provare a venderlo on-line». Per fare ciò, Sergio ha deciso di pubblicare un’ inserzione su uno dei tanti siti di compravendita che consentono di inserire annunci gratuitamente. «Così – prosegue il nostro lettore – ho preparato un annuncio di vendita, con tanto di foto del tavolo e delle sedie, proponendo un prezzo pari a 150 euro. Trascorsa neppure un’ora dalla pubblicazione, ho ricevuto il messaggio di una persona che si è detta intenzionata ad acquistare gli articoli, scritto in un italiano stentato. Questa si è presentata con il nome di Silvia S., una signora di nazionalità moldava residente a Brescia ma che al momento si trovava in Costa d’Avorio per lavoro. Io ho precisato che il trasporto e l’imballaggio della merce sarebbero stati a suo carico, ma lei mi ha risposto che avrebbe coperto tutte le spese senza problemi». Come attestato della sua buona fede ed evidentemente per carpire la fiducia del venditore, la “cliente” ha quindi inviato una foto della carta d’identità, della Tessera Sanitaria di Regione Lombardia e persino del passaporto. 

Successivamente, come da richiesta di Silvia S., Sergio ha comunicato i dati della sua carta Postepay per il pagamento, oltre agli estremi del suo indirizzo di casa per il recupero della merce. «A quel punto – racconta il nostro lettore – la donna mi ha informato che, il giorno successivo, avrebbe provveduto a saldare la cifra concordata. Fino a quel momento non avevo il minimo sospetto di come la situazione sarebbe andata a finire». L’indomani mattina, infatti, Sergio ha ricevuto una mail a dir poco singolare, che di fatto ha svelato la vera natura di quella che sembrava essere una normale transazione. «La mail – spiega Sergio –, scritta anch’essa in un italiano molto approssimativo e sgrammaticato, mi era stata inviata dalla SGBCI della Costa d’Avorio, cioè una fantomatica “Banca commerciale regionale operante in diversi stati africani”. Nel testo venivo informato che la loro cliente, la sig.ra Silvia S., aveva disposto un trasferimento di 150 euro sulla mia carta. Tuttavia, trattandosi di un trasferimento di fondi fuori dall’Africa, sarebbe stato necessario eseguire tutta una serie di controlli sulla destinazione degli stessi, per verificare che non sarebbero serviti ad acquistare armi o per il riciclaggio di denaro. Neanche a dirlo, questi controlli avevano un costo». Sergio si è visto quindi richiedere il versamento immediato di 99 euro, senza il quale il denaro non gli sarebbe stato accreditato. «Ovviamente mi sono ben guardato dal pagare ed ho subito inviato una mail alla sedicente sig.ra Silvia S., informandola che mi sarei recato dai carabinieri per sporgere denuncia». 

Alla luce di quanto accaduto, Sergio rivolge un appello a tutti i lettori di 7giorni: «Quando fate transazioni di compravendita on-line, prestate sempre la massima attenzione. Se, da un lato, si possono certamente fare buoni affari, dall’altro c’è sempre chi è pronto ad approfittarsene».    

Alessandro Garlaschi