In manette il “rapinatore ciclista”: aveva razziato vari bar a Peschiera, San Donato e Mediglia

L’uomo, un pregiudicato 60enne, era ricercato anche a Verona e Bolzano. Dopo aver messo a segno i colpi, fuggiva in bicicletta. Con l’arrivo dell’inverno è passato ad un’auto, ma così è stato individuato

Fondamentale il Targa System delle telecamere di Mediglia

Scassinava le saracinesche dei bar nelle ore notturne, metteva a segno le sue razzie e poi si allontanava velocemente a bordo di una bicicletta, scomparendo nei campi. D.N., pluripregiudicato 60enne di origini pugliesi ma di fatto senza fissa dimora, aveva messo a segno numerosi colpi a Peschiera, San Donato e Mediglia, alcuni falliti altri andati a buon segno, riuscendo sempre di fatto a farla franca. Alla fine, però, ad incastrarlo ci ha pensato la discesa sotto lo zero della colonnina di mercurio, circostanza che lo ha indotto a sostituire la bici con una più calda auto, ovviamente rubata. Grazie alla targa del mezzo, però, è stato possibile per i carabinieri individuarlo e bloccarlo a Mediglia. Fondamentale in tal senso è stato, ancora una volta, il Targa System di cui sono dotate le telecamere di sorveglianza installate in prossimità degli ingressi al territorio comunale. Attorno alle 6 del mattino di domenica 18 dicembre, infatti, il sistema elettronico ha rilevato a Bettolino l’ingresso di una vecchia Lancia Ypsilon risultata rubata a Lonato, nel bresciano. L’informazione è stata subito trasmessa ai carabinieri della Compagnia di San Donato, che si sono precipitati in loco per verificare. Quando i militari hanno bloccato la vettura, ci hanno trovato a bordo proprio D.N., volto a loro ben noto, che ben si è guardato dallo spiegare i motivi per cui si trovasse a Mediglia a bordo di una vettura trafugata. All’interno di quest’ultima i militari sandonatesi hanno rinvenuto vari attrezzi da scasso tra cui grimaldelli, piedi di porco, cacciaviti vari e una mazza. Alla luce di ciò, il pluripregiudicato 60enne è stato arrestato con le accuse di ricettazione dell’auto e possesso di arnesi atti allo scasso e quindi trasportato in carcere a Lodi. Qui, i carabinieri gli hanno altresì notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura di Verona e la condanna con ordine di rintraccio del Tribunale di Bolzano per un anno e 8 mesi, sempre per l’accusa di furto. 
Redazione Web