Cinque arresti e sei obblighi di dimora. Questo il bilancio dell’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Milano riguardo un’organizzazione criminale costituita da più soggetti operanti nel settore dei rifiuti, che rivendeva a commercianti campani e tunisini i vestiti destinati ai più bisognosi. Gli abiti (stimati in circa 10mila tonnellate dal 2015) sarebbero poi finiti sulle bancarelle dei mercati senza peraltro essere sottoposti allo specifico e obbligatorio trattamento igienizzante. Per gestire la loro truffa, gli arrestati si servivano di una fittizia associazione no profit ligure ed utilizzavano cassonetti gialli abusivi, oltre la raccolta porta a porta. Nello specifico, secondo quanto riferito dai carabinieri, in manette con l’accusa di traffico illecito di rifiuti sono finiti il 56enne amministratore unico della società di trattamento rifiuti “Nuova Tessil Pezzame s.a.s.” di Solaro (Milano), e il 60enne presidente della fasulla Onlus “L’Africa nel Cuore” di Savona, mentre ai domiciliari la 53enne socia e due dipendenti di 50 e 52 anni dell’azienda di trattamento rifiuti. I carabinieri hanno sequestrato il capitale sociale della società “Nuova Tessil Pezzame s.a.s.” e della Onlus “L’Africa nel Cuore”, oltre a sei automezzi utilizzati per il trasporto e movimentazione dei rifiuti, per un valore stimato superiore ai tre milioni di euro. Nel corso delle 12 perquisizioni è stato sequestrato “copioso materiale documentale”. L’indagine, coordinata dal pm della Dda meneghina Alessandra Cerreti, per ironia della sorte è scattata nell’ottobre 2014 dopo una rapina compiuta nella residenza del titolare della “Nuova Tessil Pezzame”, nel corso della quale era stata rubata un’ingente somma di denaro frutto proprio dell’attività illecita.