Fotografa donne sotto la gonna di nascosto, ma per il Tribunale di Milano non è reato

Il Tribunale non avrebbe individuato un reato da associare al comportamento dell'uomo, ma sconterà due anni per la detenzione di immagini pedoporno

Fa discutere la decisione del Tribunale di Milano, che ha deciso di non punire la guardia colta sul fatto, mentre scattava foto di nascosto alcune donne al di sotto della gonna. L’uomo in questione era stato scoperto in Stazione Centrale, il 20 luglio, con una macchina fotografica nascosta in un tubo di cartone, mentre operava scatti “artistici”. La sua tecnica gli ha fruttato foto a più di 5mila donne. Il genio incompreso si è giustificato dicendo che «la sua è una passione per il cinema neorealista e il tipo di nascondiglio che ha ideato è stato strutturato per preservare l’integrità del realismo delle scene filmate ed evitare che una persona ripresa consapevolmente perda spontaneità». Il Tribunale però, non avrebbe trovato un reato da associare al comportamento dell’anonimo, cosi, parrebbe che andare in giro per bus, treni e metropolitane a invadere la privacy delle donne sarebbe un comportamento lecito agli occhi della legge.  Il fatto che le donne «siano rimaste completamente ignare di essere filmate», unito all'impossibilitata loro identificazione, «induce a ritenere non provato il nocumento arrecato dalla condotta» del fotografo. Non è nemmeno contestabile il reato di violenza privata per «l’assenza di percezione di essere state riprese» di conseguenza non si può ritenere lesa la libertà psichica delle donne filmate. Il gup Luigi Gargiulo ha assolto l’uomo, condannandolo invece a 2 anni e 10 mesi per la detenzione di immagini pedopornografiche e di munizioni illegali trovategli a casa. Fortunatamente ha pagato, ma che non sia prevista una pena per un comportamento simile sembra alquanto illogico e contraddittorio.