Milano, riducevano in schiavitù disabili per elemosina: nomadi romeni condannati

Picchiavano i mendicanti mutilati se non guadagnavano abbastanza soldi, cinque romeni condannati per associazione a delinquere finalizzata alla tratta e alla riduzione in schiavitù

Costretti tutto il giorno a fare l'elemosina, e di notte a dormire in stabili abbandonati

Milano, se non tornavano con almeno 30 o 50 euro venivano riempiti di botte. È quello che succedeva a una ventina di mendicanti affetti da menomazioni fisiche, costretti a chiedere l’elemosina per le vie della città. A fine giornata dovevano consegnare i soldi raccolti ai cinque nomadi di origine romena, ovvero gli schiavisti, i quali si arrogavano il diritto di  riscuotere per sé tutti i soldi guadagnati dai mendicanti, ma non solo: in caso di guadagni insoddisfacenti, infliggevano terribili ritorsioni. L’organizzazione si occupava anche del trasporto degli schiavi, lasciandoli nei diversi punti della città la mattina, mentre di notte li costringeva a dormire in stabili abbandonati. I cinque malviventi, arrestati un anno fa, sono stati condannati a pene comprese tra i 3 anni e 4 mesi e i 10 anni e 8 mesi di carcere, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla tratta e alla riduzione in schiavitù. Le pene più pesanti sono state inflitte a Murat Asan e Isma Asan considerati i capi della struttura che sfruttava i venti disabili. Le indagini, partite nel 2013, sono state coordinate dal pm Piero Basilone e condotte dagli agenti della Polizia locale per poi concludersi con il blitz del novembre 2014, in cui erano state arrestate 14 persone. Sei di queste sono tuttora sotto processo sempre in rito abbreviato, mentre un altro nomade coinvolto nell’associazione è ancora latitante.