Milano, uccisero il vicino di casa a colpi di coltello e martello: padre e figlio condannati a 30 anni

L’omicidio al culmine dell’ennesima violenta lite tra la vittima e la famiglia degli assassini

Fino all’ultimo il padre ha cercato di scagionare suo figlio

Era il 13 marzo del 2015 quando S.E., 48enne residente in un condominio di via Gonin a Milano, venne ritrovato senza vita all’interno del suo appartamento, brutalmente assassinato con diversi colpi di coltello e martello. Dopo una settimana di indagini, gli investigatori della Squadra Mobile di Milano avevano arrestato il 47enne G.T. e il figlio 18enne M.T., vicini di casa della vittima che, al termine di un lungo interrogatorio, avevano confessato il delitto. Mercoledì 20 gennaio 2016, al termine del processo celebrato con rito abbreviato, i due imputati sono stati entrambi condannati a 30 anni di carcere e al pagamento di una provvisionale di risarcimento di 500mila euro a favore dei familiari di S.E., che si erano costituiti parti civili. Fino all’ultimo il padre ha invano cercato di scagionare il figlio, raccontando che il ragazzo stava dormendo nella sua camera quando era avvenuta l'aggressione. In sede processuale l’accusa ha sostenuto che l’omicidio sarebbe scaturito al culmine dell’ennesima violenta lite intercorsa tra la famiglia di G.T. e M.T. e la vittima. Quest’ultimo, senza un lavoro fisso e con alle spalle una lunga serie di precedenti penali per furto, rapina, droga e resistenza a pubblico ufficiale, era stato in carcere ed aveva problemi di droga e alcol. Il 48enne, descritto come un tipo violento e irascibile, era già stato più volte denunciato dai condomini e da tempo intercorrevano forti contrasti tra lui e la famiglia degli imputati, accusata di essere troppo chiassosa. In particolare, a scatenare la furia di G.T. ed M.T. sarebbero state delle minacce rivolte da S.E. al figlio più piccolo. Padre e figlio sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio volontario, aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi.
Redazione Web