C’è il movente passionale dietro l’omicidio in via Fontana a Pandino, consumatosi nel pomeriggio di venerdì 13 luglio. L’assassino, infatti, non sopportava che l'ex compagna avesse una relazione con un suo collega di lavoro, perciò l'ha ucciso esplodendo tre colpi di pistola a sangue freddo. A sparare è stato S.D., 48enne residente ad Agnadello (Cr), ex buttafuori originario di Barletta con un precedente per rapina, che è stato fermato dai carabinieri a Settala, dopo una breve fuga. A cadere sotto i colpi esplosi dal 48enne è stato J.M.B.D., peruviano con cui S.D. condivideva i turni di lavoro presso una azienda di logistica del cremasco. L’assassino e la ex moglie, una donna italiana di 39 anni, erano separati ma vivevano ancora nella stessa casa con la loro figlia di 16 anni. I tre si erano dati appuntamento in via Fontana, a pochi passi da un ristorante cinese, per chiarire la loro situazione. Solo che, all’incontro, S.D. si è presentato armato di una scacciacani modificata con il chiaro intento di assassinare il rivale. Sul selciato sono stati trovati tre bossoli. Secondo gli inquirenti si è trattato di una vera e propria esecuzione: il terzo colpo, a differenza dei primi due, è stato infatti esploso a distanza ravvicinata, per finire l'uomo che era rimasto a terra ferito. Sono intervenuti 118, vigili del fuoco, i carabinieri e anche l'elisoccorso, ma i tentativi di rianimare J.M.B.D. si sono rivelati inutili. La fuga del 48enne dopo il delitto si è però conclusa dopo circa un’ora, quando le forze dell’ordine lo hanno rintracciato ed arrestato a Settala.