Pantigliate: l'ascensore della discordia è diventato una discarica

Il sovrappasso costruito per collegare Pantigliate al suo Centro Commerciale è da anni al centro di polemiche

L'ascensore del sovrappasso di Pantigliate

L'ascensore del sovrappasso di Pantigliate Lo stato di degrado dell'ascensore

Ascensore della discordia: ping pong fra Comune e Città Metropolitana per le responsabilità

L'ultima segnalazione ha travalicato i confini della città. È infatti un abitante di Settala  ad aver denunciato all'Ufficio Tecnico di Pantigliate lo stato di degrado in cui versa l'ascensore del sovrappasso sulla Paullese, peraltro non funzionante da gennaio 2015. Macerie, pacchi abbandonati e materiale organico non meglio identificato riempiono il piccolo abitacolo e i vandali ne sono oggi gli unici fruitori.
Nato per permettere un facile attraversamento dell'arteria riqualificata da parte di pedoni e due ruote, il sovrappasso si è rivelato fonte di continue polemiche a causa della mancanza di una rampa ciclistica alternativa alle scale. «Non c'era lo spazio necessario», hanno spiegato, all'epoca, i tecnici della Provincia di Milano. Un unico ascensore che, oltre a servire per i portatori di handicap, avrebbe dovuto essere utilizzato per ciclisti, carrozzelle, massaie con buste della spesa e quant'altro. Peccato che, da quando è stato attivato a fine 2013, abbia funzionato per pochi mesi per poi spegnersi definitivamente dopo un anno.

Ad aprile, rispondendo alle proteste dei cittadini imbufaliti, il sindaco Claudio Veneziano aveva spiegato che, dal 1 gennaio 2015, il Comune avrebbe dovuto prendersi in carico le manutenzioni ordinarie del ponte e conseguentemente anche dell’ascensore. Scaduto il contratto con l’ascensorista dalla Provincia, spettava al Comune stipulare un nuovo contratto. Peccato che, secondo quanto dichiarato dal Primo Cittadino, la Città Metropolitana avesse tardato a fornire tutta la documentazione necessaria, giunta all'ufficio tecnico solo ad aprile 2015 e dopo ripetuti solleciti. A questo punto, prima di prendere in carico l’opera il Comune chiede un passaggio delle consegne ufficiale per stabilire una volta per tutte le responsabilità del Comune e quelle della Città Metropolitana, su cui continueranno a gravare le manutenzioni straordinarie.

Arianna Censi, consigliere delegato di Città Metropolitana per le Infrastrutture, ha risposto per le rime: carte alla mano, ha dichiarato che  tutta la documentazione risultava già inviata dalla Provincia a novembre 2014. «Il Comune – ha ribadito - avrebbe dovuto attivarsi già dallo scorso gennaio. L’eventuale deperimento dell’impianto e il suo stato di abbandono non dipendono certo da noi».

Valeria Giacomello