Giallo di Melzo: Sara era già morta quando è finita nella Muzza

L’autopsia non ha rilevato la presenza di acqua nei polmoni. Al momento, eccezion fatta per il paraurti, non è ancora stata ritrovata la Golf del fidanzato, suicidatosi. Le indagini proseguono ad ampio raggio

Nel riquadro Sara Luciani

Nel riquadro Sara Luciani

Sul corpo della 21enne solo ferite superficiali

Poche certezze e ancora tanti, tantissimi punti oscuri circondano la tragica morte di Sara Luciani, la 21enne di Melzo ripescata senza vita nella Muzza a Paullo, mercoledì 13 giugno scorso. Allo stato attuale, l’autopsia svolta sul corpo della giovane ha confermato che Sara era già priva di vita quando è finita nella Muzza: nei polmoni, infatti, non è stata trovata acqua, il che lascia intendere che la ragazza avesse già smesso di respirare prima di toccare le acque del canale. Inoltre, sempre secondo i primi riscontri, sul suo corpo non sarebbero stati trovati segni di violenza, ma solo ferite superficiali riconducibili alla lunga permanenza del corpo in acqua. Per questo, gli investigatori sperano di ricavare elementi utili dall’auto a bordo della quale, nella notte tra venerdì 8 e sabato 9 giugno, Sara era svanita nel nulla assieme al fidanzato, il 31enne Manuel Buzzini, ritrovato suicida nella mattinata di sabato 9 giugno. Nonostante le ricerche a tappeto lungo la Muzza ed il fiume Adda, però, al momento dell’auto non c’è ancora alcuna traccia, fatta eccezione per il paraurti anteriore, rinvenuto domenica 10 tra le griglie della centrale elettrica di Paullo. Le indagini degli inquirenti proseguono dunque a 360 gradi, tenendo in considerazione ogni scenario plausibile. Se da un lato non sembra inverosimile parlare di un tragico episodio di omicidio-suicidio, dall’altro non viene neppure tralasciata l’ipotesi di un tragico incidente, a seguito del quale Buzzini, uscitone in qualche modo vivo, si sarebbe poi suicidato per il rimorso di essere sopravvissuto alla fidanzata.
Redazione Web

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