Confermata in Cassazione la pena per A.C. , “3 Anni e 8 mesi” investì e uccise il giovane Andrea De Nando e non chiese mai perdono

«Oggi ha vinto la Giustizia dopo troppe menzogne e tante umiliazioni ha vinto la vita che è l’unico bene che non ha prezzo, che ha un valore inestimabile e che deve essere rispettata , onorata, difesa e soprattutto protetta».

Andrea De Nando

Andrea De Nando Investito davanti all'oratorio

La IV Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai legali di C.A., il medigliese che il 29 Gennaio 2011 investì e uccise il giovane Andrea De Nando mentre attraversava la strada con semaforo verde e sulle strisce pedonali,  confermando pienamente la pena comminata  in primo e secondo grado dal Tribunale di Milano a 3 anni e otto mesi. «Dedico questa vittoria a chi non ha avuto un briciolo di Giustizia, a chi la sta ancora aspettando, a chi, purtroppo, non l’avrà’ in futuro». Sono le prime parole di commento della madre di Andrea, Elisabetta Cipollone, che, sin dal primo momento, non ha mai smesso di lottare per l’approvazione del reato di Omicidio Stradale e che proseguirà in questa battaglia con ancor più forza e vigore. 
«Dedico questa vittoria a mio figlio Andrea e a tutte le Vittime della Strada - prosegue la mamma di Andrea.- Sono commossa, stanca, ancora frastornata, la sensazione di benessere e’ effimera e troppo amaro sapere che io non ho vinto nulla, ho solo perso mio figlio, quel maledetto pomeriggio di quattro anni fa. Ma oggi ha vinto la Giustizia sulle troppe menzogne, dopo tante umiliazioni ha vinto la vita  che è l’unico bene che non ha prezzo, che ha un valore inestimabile e che deve essere rispettata , onorata, difesa e soprattutto protetta». Elisabetta Cipollone in questi anni ha sostenuto numerose battaglie per l’introduzione dell’omicidio stradale, ha aperto numerosi pozzi di acqua nel corno d’Africa in memoria di suo figlio. 
Ha difeso e lottato per l’onorabilità della memoria di Andrea troppe volte messa in discussione da voci di paese false e meschine, tendenti a mistificare il comportamento di suo figlio durante gli istanti prima della tragedia.   «Questo sia davvero di monito a tutti coloro che usano la vettura senza cervello e senza rispetto per la propria e altrui esistenza – ribadisce Elisabetta Cipollone, compresi alcuni avvocati che si permettono di dire : “Tanto per queste cose non va in galera nessuno” ; come se la Vita umana contasse  meno di nulla». La signora Cipollone è un fiume in piena, quattro anni di calvario per aver ragione di un sistema giudiziario che salvaguardia chi commette un omicidio con l’automobile nei confronti di chi lo commette con altri mezzi:
«Vorrei ricordare che l’omicida di Andrea – sottolinea la mamma di Andrea De Nando - fra poco tempo tornerà a casa sua, (Deve scontare in carcere otto mesi, poi sarà sua facoltà chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali  per i restanti 3 anni n.d.r. ) per quanto possa mettermi ad aspettare per il resto della mia vita non vedrò mai più mio figlio tornare a casa. Otto mesi di carcere non sono nulla ma sono comunque un tempo sufficientemente lungo per rendersi conto di ciò che ha fatto, e del suo comportamento post tragedia in cui non ha mai avuto nemmeno la sensibilità ed il coraggio civile di chiedere scusa. 
Ma va bene così, l’omicida di Andrea avrà ora tutto il tempo per pensare a tutte le bugie dette e a quanto sarebbe stato meglio per lui non insistere nella menzogna nel miserrimo tentativo di non pagare penalmente proprio nulla.   
In questo momento vorrei citare le parole di un Sacerdote che stimo tantissimo il quale afferma che “pagare per le tragedie provocate agli altri, per i reati commessi  e per gli errori compiuti è esperienza che educa e converte. Cosi’ è, ed ora desidero solo che il signor C.A. sparisca dalla nostra vita, ho bisogno di piangere sulla tomba di quel meraviglioso ragazzo che era mia figlio che meritava giustizia e verità».
Giulio Carnevale