Maxi furto di rame al depuratore di Peschiera

Banda di ignoti asporta oltre 2km di cavi in rame, causando il blocco di uno dei generatori energetici, ma fortunatamente senza inquinare le acque

Il depuratore di Peschiera

Il depuratore di Peschiera Sottratti 2.250 metri di rame

È di 2.250 metri di rame, per una valore pari a 50mila euro, il bilancio di un maxi furto ai danni del depuratore di Peschiera, avvenuto nelle notti scorse. Le modalità di esecuzione del colpo fanno pensare a una banda specializzata e ben organizzata, che ha agito sfruttando la posizione fuori mano dell’impianto, che sorge in una zona di campagna decentrata. In base ai segni ritrovati dai carabinieri di Peschiera nei campi circostanti, il commando è giunto a bordo di una ruspa dalla cava di Robbiano di Mediglia. Una volta in loco, il gruppo ha iniziato la razzia, asportando oltre 2mila metri di cavi di rame, che poi ha probabilmente provveduto a caricare sulla pala dell’escavatore. Gli ignoti hanno quindi fatto dietrofront, dirigendosi nuovamente verso Mediglia, dove però le tracce della ruspa di perdono, verosimilmente perché questa è stata a sua volta caricata su un altro mezzo. L’asportazione dell’ingente quantitativo di rame ha causato il blocco di uno dei motori del sistema di cogenerazione che, sfruttando il biogas, consente al depuratore di avere totale autonomia energetica. Sulle prime si temeva che ciò potesse causare anche il malfunzionamento dell’impianto di depurazione, con il conseguente inquinamento delle acque, ma tale eventualità è stata fortunatamente esclusa. L’impianto peschierese ricopre una funzione strategica sul territorio poiché, oltre a Peschiera e Segrate, serve anche tutti i quartieri della zona Est di Milano, per un totale di 260mila abitanti.
Redazione Web