Peschiera: minorenne ricattata su Facebook per foto osè

La 17enne si è rivolta ai carabinieri quando un ragazzo conosciuto in rete la ha chiesto di inviargli alcuni scatti “a luci rosse”, altrimenti avrebbe diffuso alcune immagini private di cui era già in possesso

Dopo la denuncia di lui si sono perse le tracce

L’estorsione e il ricatto sui social network sono tipologie di reato relativamente nuove ma in allarmante e costante crescita. Il copione è più o meno sempre il medesimo. In genere le ignare vittime vengono contattate da sconosciuti di bella presenza che, con la scusa di fare amicizia, iniziano a fare proposte piuttosto esplicite, chiedendo l’invio di immagini osè oppure di avviare una chat dai contenuti “a luci rosse”. Accettare le lusinghiere profferte dell’avvenente interlocutore significa però cadere direttamente nella sua trappola, quasi sempre a scopo di estorsione. Lo sa bene una studentessa 17enne di Peschiera, che nei giorni scorsi si è rivolta tempestivamente ai carabinieri della stazione locale per denunciare uno sconosciuto che la stava trascinando in un vero e proprio ricatto telematico. La giovanissima, ascoltata in audizione protetta vista la minore età e la natura sessuale dei reati, sebbene di fatto non siano stati commessi abusi, ha snocciolato davanti ai militari i dettagli della sua storia. Poco tempo prima un ragazzo l’aveva contattata tramite Facebook e le aveva chiesto l’amicizia. Da allora i due hanno cominciato a chattare ed a scambiarsi video e foto privati via via sempre più audaci, ma nulla di particolarmente esplicito. Tuttavia, evidentemente non soddisfatto del materiale ricevuto, il destinatario ha iniziato a farsi più insistente ed a pretendere altri invii, questa volta dal contenuto decisamente osè. Per convincerla ad accettare le sue richieste, il molestatore ha quindi ricattato la 17enne, minacciando di diffondere in rete i video e le foto di cui era già in possesso. È stato allora che la minorenne si è rivolta alle forze dell’ordine, che hanno avviato le indagini del caso volte a rintracciare l’autore della tentata estorsione. In realtà, dopo che la studentessa peschierese si è rivolta agli uomini dell’Arma, del molestatore di fatto si sono perse le tracce. In caso contrario, per lui si sarebbero prefigurati provvedimenti molto pesanti che prevedono, per reati di questo tipo, la reclusione tra i 5 e i 10 anni e sanzioni tra i mille ed i 4mila euro.
Redazione Web