Retata della Guardia di Finanza alla Alma Group di Peschiera: 7 arresti per reati fiscali milionari

Tra gli arrestati figura anche il titolare, Natale Sartori, in passato già coinvolto in inchieste di mafia ed amico di Marcello Dell’Utri e Vittorio Mangano

Guardia di finanza

Guardia di finanza Blitz alla Alma Group di Peschiera, arrestato il titolare per reati fiscali

All’alba di martedì 4 novembre, circa 50 militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza si sono presentati presso la sede della Alma Group di Peschiera, società il cui quartier generale è sito in via della Liberazione 10, per eseguire 7 ordinanze di custodia cautelare. Tra i destinatari dei provvedimenti figurano il titolare della società, Natale Sartori, e un socio in affari, B.R., entrambi rinchiusi in carcere. Per la moglie di Sartori, P.G., le 2 figlie C. e T. e i due professionisti R.N. e A.G. sono stati invece disposti i domiciliari. Alma Group è una società composta da un gruppo di cooperative satelliti specializzate nella fornitura di diversi servizi per le grandi catene di distribuzione alimentare, comprensivi di pulizie, movimentazione e stoccaggio della merce. Nel corso degli anni, Alma si è aggiudicata decine di appalti privati, arrivando a prestare i propri servizi per alcune delle più famose catene di supermercati italiani quali Il Gigante, Conad ed Esselunga. Secondo le indagini condotte dalle Guardia di Finanza e coordinate dal pm milanese Carlo Nocerino, Sartori si sarebbe trovato a capo di una vera e propria associazione criminale finalizzata a diversi reati fiscali, che coinvolgeva direttamente i membri della sua famiglia e i suoi più stretti collaboratori. In base a quanto ricostruito dalle indagini degli inquirenti, Sartori aveva allestito un sistema di cooperative fittizie, le quali avrebbero emesso fatture inesistenti a favore di Alma Group per un importo pari a 92mln di euro, Iva inclusa. Attraverso questo sistema, la società di Sartori avrebbe quindi potuto detrarre illegittimamente l’Imposta di valore aggiunto, per un ammontare complessivo stimato attorno ai 31mln di euro. Cifra quest’ultima che sarebbe relativa al triennio 2009-2011 e che la Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro in corrispettivi beni e disponibilità finanziarie. Gli investigatori hanno tratteggiato insomma le linee di quella che si sarebbe figurata come una associazione a delinquere a tutti gli effetti, di cui Sartori è stato definito il “dominus”, cioè il vertice indiscusso, mentre gli altri arrestati ricoprivano tutti ruoli di subordinazione ma ben delineati. Nel complesso, sotto la lente di ingrandimento delle Fiamme Gialle sono finite 21 le persone, tutte accusate a vario titolo di un serie di reati fiscali, come utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento dell'Iva e riciclaggio. A seguito di questa operazione, Natale Sartori è quindi tornato prepotentemente al centro delle cronache, dopo un passato caratterizzato da innumerevoli zone d’ombra e amicizie a dir poco ingombranti. Già verso la fine degli anni ’90, infatti, Sartori venne arrestato nell’ambito del filone milanese delle inchieste per mafia su Marcello Dell’Utri, ex senatore del Popolo della Libertà recentemente condannato in via definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Numerose intercettazioni effettuate all’epoca avevano infatti testimoniato i diversi incontri che Sartori aveva intrattenuto con Dell’Utri. Al termine dell’iter giudiziario relativo, però, Sartori era stato infine assolto. Il nome di Natale Sartori e quello della sua società erano nuovamente riemersi nel 2011, nell'ambito dell’ operazione "Redux-Caposaldo”, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. Sebbene in quel contesto Sartori non fosse stato formalmente indagato, stando alle intercettazioni disposte all’interno degli uffici della Alma Group, il titolare della società peschierese si sarebbe incontrato con Paolo Martino, ritenuto un potente boss della ‘Ndrangheta operante nel milanese. Tra le conoscenze a dir poco “scomode” di Sartori figura anche quella con Vittorio Mangano, il famoso ex stalliere di Arcore, considerato un esponente di spicco di Cosa Nostra nel Nord Italia, della cui figlia Sartori fu socio in una cooperativa di pulizie. Sempre nel 2011, Alma era finita sotto i riflettori nell’ambito dei disordini e delle proteste degli operai impegnati in un magazzino di Pioltello, in cui l’azienda di Sartori effettuava la logistica per Esselunga. In quel caso, i sindacati accusarono la società peschierese e le altre cooperative impegnate a Pioltello di gravi situazioni di illegalità diffusa e sfruttamento dei lavoratori, per la maggior parte stranieri.
Alessandro Garlaschi