Ritrovato un cadavere nel laghetto di via Europa a San Donato

Si tratta di un richiedente asilo 22enne originario della Nigeria ospitato in un appartamento di via Angelo Moro con altri migranti. Sul posto carabinieri, polizia locale e reparto sommozzatori dei vigili del fuoco

I soccorsi sul luogo della tragedia

I soccorsi sul luogo della tragedia Foto: "La San Donato milanese che vorrei"

In base alle prime ricostruzioni, il giovane si sarebbe tolto la vita

Dramma della disperazione a San Donato. Un richiedente asilo 22enne originario della Nigeria si è tolto la vita gettandosi nel laghetto di via Europa, dove è stato ripescato dal reparto sommozzatori dei vigili del fuoco. L’allarme è stato lanciato attorno alle 17.30 di venerdì 17 marzo, quando alcuni passanti che transitavano in zona hanno notato una persona tuffarsi nello specchio d’acqua e non riemergere più, ritrovandone poi sulla riva il giubbotto ed i documenti. In pochi minuti si è messa in moto la macchina dei soccorsi, che ha visto giungere in loco carabinieri e polizia Locale assieme a vigili del fuoco e 118. I sommozzatori del 115 si sono tuffati nel laghetto e lo hanno scandagliato palmo a palmo, finché non sono riusciti a recuperare il corpo del 22enne, ormai privo di vita. I soccorritori sono rimasti in loco fino alle 20.30, per presidiare l’area, risalire all’identità del corpo e completare la ricostruzione dell’accaduto. Purtroppo, in base alle ipotesi formulate dagli inquirenti, si sarebbe trattato di un tragico gesto volontario. Il giovane è infatti stato identificato in un richiedente asilo nigeriano ospite presso un appartamento di via Angelo Moro assieme ad altri rifugiati. In base a quanto emerso, il 22enne aveva già tentato in altre occasioni di togliersi la vita. In particolare, sabato 11 marzo scorso era stato fermato dalla polizia Locale di San Donato mentre cercava di gettarsi contro le auto in corsa e quindi affidato alle cure dell’ospedale. Inoltre, proprio a causa della complicata situazione che stava attraversando, il giovane africano veniva seguito dai Servizi Sociali del Comune. Evidentemente, la fuga dal suo paese d’origine e la prospettiva di un futuro fatto di incertezze si sono rivelati per lui troppo gravosi da sopportare.
Redazione Web