Genia Spa: le banche non ci stanno, il Comune ha 5 settimane per scongiurare il crac

Le banche non ci stanno. Il rompicapo Genia è arrivato all’orologeria finale: l’8 dicembre è il termine ultimo che i creditori hanno dato all’attuale stato delle cose. Sono BNL, Cariparma, BP Milano, BP Vicenza e Genia Energia, quest’ultima in fallimento: il ceto creditorio, in diritto di riscuotere i 56 milioni di debito contratto dalla famigerata società partecipata comunale.

Questo ha sancito, racconta il sindaco Alessandro Lorenzano, un incontro del 19 ottobre scorso avvenuto a Milano presso lo Studio Commercialisti Fumagalli & Codega. Lorenzano, del Partito Democratico, era presente alla riunione assieme ai rappresentanti del Comune di San Giuliano Milanese. È quanto ha riferito di persona il Sindaco nella conferenza stampa di mercoledì 7 novembre, convocata nel primo pomeriggio per dare inizio a quella che potrebbe essere la sua ultima campagna: il salvataggio di Genia Spa dal fallimento. «Informare correttamente e salvare il salvabile» sono le parole di Lorenzano. «È necessario iniziare un percorso di trasparenza, e non ci vogliono nasi tappati».
Lorenzano contro tutti. Vera e propria scimmia sulle spalle dell’Amministrazione, Genia dà un grattacapo dietro l’altro. La proposta di salvataggio formulata il 19 ottobre consisteva nello sforbiciare pesantemente il debito fino a somme ridotte, e nel chiedere ai creditori di accettarle come soluzione. Il Comune di San Giuliano aveva calcolato di poter porgere al ceto creditorio la cifra di 20 milioni e 200mila euro. Si tenga conto che il debito di 56 milioni è da ripartire come segue: 6 milioni erogati dal Comune e sottraibili al totale, 12 milioni da consegnare ai creditori non partecipanti al tavolo dell’incontro (che vanno ripagati al 100%) e 38 milioni distinti in due spezzoni da 19 milioni ciascuno, con cui rifondere il ceto creditorio. Questi ultimi due spezzoni sono stati proposti come restituibili al 20% l’uno. Buona parte dei 20 milioni di euro viene prospettata dalla vendita del terreno destinato alla costruzione del Centro natatorio, area originariamente a disposizione dell’Amministrazione comunale e trasferita in capo a Genia per 5 milioni di euro, nonché parte integrante del patrimonio pubblico sangiulianese.

Il terreno avrebbe anche trovato una società interessata a comprarlo. I creditori hanno detto di no. «Inaccettabile - è stata la replica del curatore fallimentare di Genia Energia -, anzi questo dovrebbe indurre tutti i creditori a richiedere il fallimento di Genia Spa». Lorenzano ha messo in luce come non tutto, però, sia perduto. Le banche hanno fatto una controproposta: sono disponibili a stralciare il debito, purché siano consegnate percentuali maggiori del 20%.
Aggressione al patrimonio pubblico. «In caso di fallimento, il curatore fallimentare darebbe il via all’aggressione dell’intero patrimonio pubblico legato a Genia Spa» è l’allarme che lancia Lorenzano con particolare apprensione per il destino delle case popolari e del cinema Ariston. «Lo conferma il presidente della Corte dei Conti, che ho incontrato ieri. In questa eventualità, è chiaro che la collettività sangiulianese perseguirà chi ha mal gestito la cosa pubblica ma anche chi l’ha male affidata». Nomi e cognomi, su questo, il Sindaco non è disposto a farli: «Chi è stato a mal gestire questa situazione lo dovrà dire il Tribunale». Chiediamo a Lorenzano se non teme un possibile gesto di sfiducia, se non addirittura una mozione del Consiglio o della Giunta, nei suoi confronti. Di venire silurato insomma, come fu per il suo predecessore. «Non lo escludo - è la replica serena e a sangue freddo del Sindaco -. Non è solo la preoccupazione di mandare un’azienda in cassa integrazione, o di dover pensare a dei licenziamenti. La rabbia è che si tratta di un’azienda che ha ancora mercato. Io penso a salvare il salvabile».
In che cosa consiste concretamente “il salvabile”? «Nell’abbassare i toni - risponde -. Nel convincere i creditori ad accettare la proposta e il debito. Nel riportare a casa il patrimonio pubblico del Comune. E nell’evitare che i prossimi 10 anni passino in battaglie legali».
Ritiene che ci sia interesse privato ad accaparrarsi il patrimonio di San Giuliano, a scapito dell’interesse pubblico? «Credo proprio di sì. Non bisogna far pendere la bilancia verso l’interesse privato - conclude Lorenzano, con un riferimento neanche troppo velato al rischio che i beni sangiulianesi finiscano nel giro dei capitali mafiosi -. Agli inizi del mio mandato mi sono chiesto: chi ha interesse a far fallire Genia? Non ci vorrebbe niente, una volta dichiarato il fallimento, a impossessarsi dei beni pubblici dopo tre, quattro aste e per somme ridotte del 75%».

Marco Maccari