San Giuliano: scoperta stamperia di soldi falsi

Arrestati due uomini italiani e indagata una donna. I falsari producevano dollari ed euro di ottima fattura, che venivano poi destinati soprattutto all’estero

La stampa avveniva nel capannone di una azienda dismessa

Importante operazione della polizia del Commissariato Città Studi di Milano che ha sgominato una banda di falsari dediti alla stampa di dollari ed euro di ottima fattura, praticamente indistinguibili ad occhi inesperti. In manette sono finiti due uomini, entrambi con numerosi precedenti alle spalle, cioè il 67enne M.L. di Cambiago, considerato il venditore dei soldi fac-simile, e il 51enne milanese M.E., colui che invece produceva il denaro fasullo. Il duo aveva allestito la propria stamperia abusiva all’interno del capannone vuoto di una ditta in liquidazione di San Giuliano, del tutto estranea ai fatti. M.E., che era un ex dipendente della stessa azienda, conservava però ancora libero accesso ai locali ed aveva quindi deciso di usufruirne per avviare la sua attività di falsario. La polizia era sulle tracce della banda dallo scorso febbraio, quando erano state individuate le prime banconote contraffatte. Ne sono seguite pazienti e scrupolose indagini, che sono culminate nei giorni scorsi nell’individuazione della stamperia di San Giuliano e nel fermo dei due malviventi. In particolare, gli arresti sono scattati dopo un lungo pedinamento fino in Piemonte di M.L., cioè il “piazzista” dei soldi falsi. L’uomo si è recato fino al parcheggio di un supermercato di Vercelli dove ha incontrato alcuni clienti che gli hanno restituito una partita di banconote fasulle perché giudicata non buona. Il 67enne ha ritirato il denaro ed è risalito in auto, ma la polizia lo ha poi fermato ed arrestato a Magenta. Poco dopo le manette sono state strette ai polsi anche di M.E., in casa del quale sono stati rinvenuti 2mila euro e 21mila dollari provenienti dalla loro attività illecita. Indagata a piede libero anche una 59enne italiana, che potrebbe essere il contatto utilizzato dal duo per smerciare il denaro fasullo in Albania.
Redazione Web