Strage di pesci a Spino d’Adda: avviata un’indagine da parte dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa)

La causa è probabilmente da imputare all’inquinamento. La Guardia ecologica e consigliere Roberto Musumeci: «Ci vuole più rispetto per l’ambiente»

Pesci morti

Pesci morti

È allarme a Spino d’Adda per una improvvisa e abbondante morìa di pesci che ha interessato la roggia che corre nei pressi della piazzola ecologica. Il ritrovamento è stato effettuato nei giorni scorsi da un passante che, transitando in loco, ha notato innumerevoli pesci morti e altri in fin di vita che galleggiavano ovunque sull'acqua. Tra questi figuravano decine di vaironi, ormai rari nel fiume Adda, e moltissimi cavedani, che scarseggiano nelle acque dolci delle nostre campagne, assieme a vari altri esemplari. La segnalazione è stata immediatamente presentata alla polizia locale, che ha allertato i colleghi del corpo provinciale, e all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa), che ha inviato a Spino i suoi tecnici. Questi ultimi hanno immediatamente provveduto a prelevare alcuni campioni di acqua, che verranno sottoposti ad analisi. «Naturalmente non sappiamo ancora con certezza cosa sia accaduto qui – ha commentato Roberto Musumeci, Guardia ecologica volontaria (Gev) del parco Adda Sud e consigliere di minoranza per il gruppo gruppo Vivi Spino - . Ma di sicuro nella roggia confluiscono le acque provenienti da un tubo e siamo in una zona dove ci sono varie aziende. Negli ultimi due anni, mio malgrado, devo evidenziare che vi sono stati molti casi di inquinamento. Attendo fiducioso i risultati delle analisi». «Purtroppo le nostre campagne sono sempre più in pericolo – ha concluso Musumeci -, tra agricoltura intensiva, reati ambientali e scarichi civili. Oggi rischiamo di perdere pesci autoctoni, che già nel fiume Adda non ci sono più e che invece si trovano nei fossi e nelle acque di risorgiva».
Redazione Web