Ancora un bimbo nato morto all’ospedale Predabissi di Vizzolo

La mamma, una 38enne di Melegnano, l’11 dicembre scorso era stata chiamata dai medici per l’induzione del parto, ma alla nascita il piccolo era già soffocato. Si tratta del secondo episodio in poche settimane dopo il tragico caso del piccolo Jonathan

L'ingresso del Predabissi

L'ingresso del Predabissi

I genitori hanno già presentato denuncia per avere chiarezza

Avrebbe dovuto chiamarsi Luca il bimbo che, lo scorso 12 dicembre, è nato morto all’ospedale Predabissi di Vizzolo. Si tratta di fatto del secondo caso analogo nel volgere di poche settimane a travolgere il reparto di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio vizzolese dopo il tragico decesso del piccolo Jonathan, venuto al mondo senza vita sebbene la mamma fosse stata visitata e dimessa solo poche ore prima dal personale sanitario. In realtà, la triste vicenda di Luca è precedente rispetto alla morte di Jonathan, che risale ai primi di gennaio 2017, ma è finita sotto i riflettori solo nei giorni scorsi, dopo che sono pervenuti i risultati dell’autopsia disposta sul corpicino del neonato, che parlano di “sofferenza asfittica fetale acuta”. «Mi avevano rassicurato che andava tutto bene – racconta la mamma, la 38enne di Melegnano M.Z. -, ma quando Luca è nato non piangeva, io l’ho guardato ed aveva la pelle scura. A quel punto i medici l’hanno portato via di corsa e, quando sono tornati, la pediatra mi ha detto che mio figlio era “incompatibile con la vita”». La donna, che ha già una bimba di 8 anni, racconta di aver avuto una gravidanza senza problemi e che il termine era fissato per l’11 dicembre. La mattina di mercoledì 6, però, dopo aver notato alcune macchie rosse sulla pancia, ha deciso di recarsi con il marito presso l’ospedale, dove le è stata trovata la pressione un po’ alta e le è stato prescritto un farmaco per regolarizzarla, dopodiché è stata dimessa. Il giorno del termine della gravidanza i medici hanno confermato alla mamma come il nascituro stesse bene, ma l’hanno invitata a ripresentarsi in ospedale il giorno successivo per effettuare l’induzione del parto. Dopo la rottura delle acque ed il travaglio, M.Z. racconta di essere stata sempre rassicurata circa le condizioni di salute del bambino che, tuttavia, attorno alle 20.20 del 12 dicembre è venuto al mondo già senza vita. «Tutto sembrava a posto – spiega la 38enne di Melegnano – nessuno mi ha detto che ci fosse sofferenza fetale. Però alla fine mio figlio è nato morto». Distrutti dal dolore, i genitori del piccolo Luca hanno già provveduto a denunciare l’ospedale di Vizzolo ai carabinieri. La speranza è che l’autorità giudiziaria, per mezzo di una approfondita indagine, faccia completa chiarezza sulla tragica vicenda e porti alla luce, qualora ve ne siano state, eventuali negligenze o responsabilità da parte del personale sanitario che ha assistito la 38enne.

Alessandro Garlaschi