Zelo Buon Persico: venditore di auto "furbetto" smascherato da Striscia la Notizia

L’uomo, per mezzo di due società fittizie, ha venduto ad almeno un centinaio di persone la stessa auto. Nel contratto però non erano indicate le coordinate bancarie per il saldo, e le vittime perdevano la caparra

Le società erano amministrate da due prestanome, all’oscuro di esserlo

Ha venduto a diverse decine di persone sempre la medesima vettura, che in realtà era la sua, riuscendo ogni volta ad intascarsi la caparra da 3mila euro e senza ovviamente mai consegnare alcuna automobile. A documentare il raggiro ed a farsi portavoce delle denunce presentate dalle decine di acquirenti truffati ci ha pensato “Striscia la Notizia”, il celebre tg satirico di Canale 5 specializzato nello sventare ingegnosi imbrogli ai danni di ignari cittadini. Ad orchestrare la truffa sarebbe stato il 30enne zelasco M.G. che, operando con lo pseudonimo di Claudio Gallina e presentandosi quale responsabile commerciale di due società regolarmente registrate, proponeva in vendita una Audi fiammante ad un prezzo molto conveniente. La vettura ha attirato l’attenzione di numerosi potenziali compratori che, dopo averla visionata, hanno deciso di acquistarla, inconsapevoli del fatto che l’allettante occasione nascondesse in realtà una raggiro ben congegnato. 

«Dopo aver preso contatto con il responsabile vendite – spiega una delle persone raggirate ai microfoni di “Striscia” – abbiamo perfezionato il contratto versando una caparra di 3mila euro con assegno, con l’impegno poi a corrispondere il resto della cifra pattuita tramite bonifico entro 7 giorni, pena la perdita dell’anticipo. Sul contratto che avevamo sottoscritto, però, non era presente alcuna coordinata bancaria, per cui eravamo impossibilitati a versare il saldo finale. In questo modo, trascorsa una settimana, abbiamo perso i nostri soldi». Non avendo provveduto a completare il pagamento nei tempi stabiliti, quindi, i clienti si vedevano recapitare a casa una raccomandata che dichiarava la risoluzione del contratto nonché la perdita della stessa caparra.
 
«Le due società per cui questo responsabile vendite operava – ha spiegato l’inviato del tg satirico di Canale 5, Max Laudadio - hanno due amministratori differenti che, per legge, sono responsabili di fronte a questi clienti beffati. Ma il dubbio che potessero essere solo dei prestanome ci è venuto quando siamo riusciti a rintracciare una di questi». La donna, di fatto, ha dichiarato di essere all’oscuro di tutto e di essere stata assunta solo come donna delle pulizie dallo stesso M.G. Ma ancor più subdolo è stato lo stratagemma adottato per coinvolgere anche quella che è risultata essere l’amministratrice della seconda società. «Eravamo vicini di casa – ha raccontato la donna ai microfoni di “Striscia” – e un giorno stavamo chiacchierando a casa mia. Io avevo dei documenti sul tavolo, lui li ha presi ed ha creato la società a nome mio, ovviamente senza avvisarmi. Me ne sono resa conto solo quando hanno cominciato ad arrivare le denunce e la polizia mi ha chiamato. I contratti venivano siglati falsificando la mia firma». 

Raggiunto da Laudadio a Zelo, M.G. ha cercato di giustificarsi spiegando che, da contratto, l’auto presentata era solo a fini dimostrativi e che le coordinate bancarie erano state regolarmente comunicate. Quando, messo alle strette, il presunto venditore ha iniziato a dare evidenti segni di nervosismo, sono intervenuti i carabinieri, che lo hanno identificato ed ora faranno luce sulla vicenda.

Alessandro Garlaschi