Approfittiamo della grande bellezza e puntiamo sulla grande scommessa

Ormai è Natale e le elucubrazioni per una volta lasciamole fuori dalla finestra. Concentriamoci sulle sensazioni: i colori delle luci dell'albero, i profumi che arrivano dal forno, lo strepitio della carta da regalo, le gazzarre dei bambini che si rotolano sui cuscini.

Tutto qui? Sì, tutto qui. E cosa altro ci deve essere? Se ci impegnamo a percepire che la realtà è più quello che viviamo piuttosto che quello che pensiamo, allora tutto appare in una prospettiva migliore. Anche perché i pensieri, guarda caso, di solito volteggiano in ambiti sgradevoli e poco rassicuranti.
Sì, forse dovremmo concentrare gli sforzi per cambiare il nostro paese. Operazione affascinante ma complicata. Il «New York Times» di recente ha scritto una cosa interessante: non esiste angolo d'Italia immune dalla corruzione e per noi cittadini si tratta di un fenomeno che è addirittura dato per scontato. Frase fatta? Luogo comune? Difficile crederlo, ormai.
Quindi, almeno per un istante, spegniamo l'interruttore e lasciamo perdere politica, malavita, intrallazzi, disoccupazione e analisi sociologiche. Occupiamoci dell'essenziale: corriamo coi bambini nei prati; mettiamo della buona musica mentre stappiamo lo spumante assieme ai parenti; godiamoci il sorriso di un mendicante a cui abbiamo appena regalato 10 euro. Approfittiamo della bellezza che ci circonda. Il resto rimandiamolo a domani.
Se proprio vogliamo fare i bravi piccini e imporci i buoni intendimenti natalizi, azzardiamo una puntata alla roulette degli eventi: scommettiamo che cambieremo, e se proprio ci piace il gioco forte, che l'Italia cambierà. Sbagliare un'altra volta a questo punto fa poca differenza.
Come ha scritto Samuel Beckett: «Sempre provato, sempre fallito. Non importa. Proverò ancora, fallirò ancora, fallirò meglio». In fondo, arriverà di nuovo un altro Natale da vivere e un'altra scommessa da sognare.

Davide Zanardi