Articolo 18? La priorità è il credito alle imprese!

Su questo tema si è creato un solco non da poco, a livello governativo, con il Pdl. Se le dichiarazioni di Alfano vanno nel senso della modifica dell'art. 18 e degli ammortizzatori sociali, che in questo momento sono a tutela specialmente dei lavoratori del Nord che stanno soffrendo in quanto le aziende stanno chiudendo in maniera ripetuta, allora il solco si fa sempre più ampio. A proposito delle dichiarazioni del presidente di Confindustria di alcuni giorni fa sul sindacato che protegge ladri e fannulloni, noi leghisti diciamo che in tutta la società ci sono ladri e fannulloni, ma fare generalizzazioni è sempre sbagliato. Qualcuno sulla stampa vede oggi la Lega vicina alla Cgil sull'articolo 18! Ebbene, non c'è alcuna alleanza con la Cgil, possiamo garantire di avere combattuto sull'articolo 18 anche quando il nostro Maroni, ce lo ricordiamo tutti spero, veniva attaccato dalla Cgil. Noi giudichiamo negativa questa riforma perché è insufficiente, è inutile, non perché lede i diritti, ma perché non risolve i problemi. Proprio oggi, su questo tema Maroni, il nostro migliore in assoluto ex ministro del'Interno che l’Italia abbia mai avuto, si dice preoccupato del possibile ritorno di tensioni e afferma che, sì, è un rischio concreto, perché ci sono posizioni estremiste che rischiano di degenerare. Credo, comunque, che sia arrivata l'ora di dire basta a chi in questo momento di crisi pensa ancora di farla franca. Per concludere, il nostro leader ribadisce e definisce la riforma del lavoro su cui stanno trattando il governo Monti e le parti sociali,  non essere una riforma, ma una controriforma. Il Senatùr ha sottolineato inoltre che il popolo leghista «non vuole che si tocchi l'articolo 18». Perché, lo ribadiamo in conclusione,  il lavoro non lo si ritrova creando condizioni per licenziare la gente: bisogna invece creare la ripresa, aumentare i consumi e automaticamente ci sarà anche la richiesta di nuovi posti di lavoro.