Bollettino di guerra ordinaria

Sembra un vero e proprio bollettino di guerra quello che ogni giorno i media offrono alla nostra attenzione

Padre Giuseppe Paparone o.p., sacerdote domenicano

“Attentato in Danimarca da parte del terrorismo Islamico.”
“Bombardamenti nella zona di confine tra Russia e Ucraina”
“Due barconi affondano nel canale di Sicilia e un imprecisato numero di migranti muoiono annegati.”
“Ventuno cristiani Copti decapitati su una spiaggia libica.”
“Roma, l’anagrafe registra un bimbo figlio di due madri. Da mercoledì scorso Leon Manini Pagano, nato poco meno di 4 anni fa a Buenos Aires, in Argentina ha ufficialmente due mamme anche in Italia … “
“Roma devastata dai tifosi olandesi. Ore di tensione e guerriglia in centro prima della partita con la Roma. Venti fermati e più di dieci feriti che si aggiungono ai 33 arrestati dopo i tafferugli a Campo de' Fiori. Danneggiati motorini, auto e la Barcaccia del Bernini appena restaurata”.

Sembra un vero e proprio bollettino di guerra quello che ogni giorno i media offrono alla nostra attenzione. Invece è semplicemente quello che accade attorno a noi. Allarmismi, paure, ansie che producono discussioni senza fine, esortazioni, dibattiti, tavole rotonde, talk show, convegni, analisi sociologiche … Eppure nulla sembra arrestare questo crescendo di cattive notizie che rischia di introdurci in una disperata  e rassegnata percezione negativa della realtà.
Si , è vero, queste cose succedono, sono al nostro fianco. Ma, credetemi, non sono tutta la realtà; non sono nemmeno la maggior parte della realtà. Il male sembra inarrestabile, ma non è così; il bene non fa notizia, spesso è invisibile e io credo che sia più ampio e diffuso di quanto si possa immaginare. La speranza, nonostante tutto, continua ad abitare i nostri cuori e il male, se lo vogliamo, può stimolare in noi la necessità di opporvisi, di fare il bene, di prendere parte a questa dura lotta all’interno della quale la nostra vita si sviluppa e con la quale si intreccia. Dipende solo da ognuno di noi. Se vogliamo, se  se amiamo il bene, se vogliamo che la società sia più giusta, schieriamoci: prendiamo posizione e facciamo la nostra parte senza aspettare domani. Oggi, oggi stesso decidiamoci di essere operatori di pace, costruttori di bene, cellule vive e vibranti di un mondo diverso. Tutti gli uomini di buona volontà aspettano il nostro si.