Dopo il congresso cittadino, riflessioni sul Pd che vorrei

Anche a Peschiera Borromeo si è svolto il congresso del Partito Democratico, è stato un congresso basato sul confronto e sul rispetto delle posizioni. C’è stato un parziale rinnovamento del gruppo direttivo con un aumento degli iscritti che hanno partecipato al voto. Sicuramente a Peschiera non sono successi quei fatti - pochi a livello nazionale - che hanno portato il Pd a sospendere le iscrizioni.

Sarà compito del nuovo gruppo dirigente locale fare in modo che le iscrizioni vadano al di là delle logiche congressuali e diventino parte attiva nel complesso del Pd a livello locale. In un momento dove spira forte il vento dell’antipolitica, dove c’è chi professa che i politici sono morti, che l’idea del partito è morta, che dobbiamo andare verso una democrazia diretta legata ad internet, la partecipazione elevata dei cittadini alla vita politica di partito ci fa capire che la gente vuole partecipare, vuole poter dire la propria opinione. Questo concetto di partecipazione vale non solo per il Pd, ma sarebbe un elemento positivo se anche altri perseguissero questo scopo. Il prossimo orizzonte politico vedrà la partecipazione di numerosi cittadini alle primarie dell’8 dicembre dove si sceglierà il prossimo segretario nazionale del PD. L’obiettivo del congresso, secondo me, è quello di trovare il modo di costruire senso di comunità e leadership, riconoscendo che non si tratta di valori contrapposti. Io che ho il mio orizzonte politico nelle scelte e proposte del Pd vorrei un segretario a tempo pieno per tutta la durata del suo mandato, vorrei che il Pd riuscisse a selezionare una classe dirigente qualificata o la ruota del rinnovamento continuerà a girare a vuoto, vorrei che il Pd si liberasse delle contrapposizioni del passato, vorrei che si usasse il congresso per guardare con occhio critico a concetti come produttività, risorse, industrializzazione per dare proposte di crescita al Paese nella sua totalità, vorrei un congresso che non si avviti in dibattiti sulle persone ma si rivolga alle idee, e che non faccia apparire il Pd lontano dai problemi reali, vorrei un Pd che dia voce a chi non ne ha, che rappresenti gli interessi di un Paese in ginocchio, che guardi agli ultimi, a chi rimane indietro e che sappia dare un messaggio di fiducia al mondo del lavoro e della piccola e media impresa, vorrei un Pd con smalto, coraggioso, che spinga sulla sburocratizzazione, sul lavoro, sui diritti. Per questo serve un congresso che rifondi il Pd rendendolo il partito della speranza e della riscossa, delle risposte e del rinnovamento senza se e senza ma. Se il Pd parlerà di questo e non di un candidato contro l’altro, un gruppo contro l’altro, allora avrà usato il congresso per fare del bene a sé e all’Italia.
Moreno Mazzola