Quando l'aereo è il mezzo dei poveri e l'auto quello dei ricchi

Com'è possibile che un volo da Roma per New York costi meno di un viaggio in auto da Milano a Firenze?

Davide Zanardi

Davide Zanardi

È immaginabile raggiungere l'America spendendo poco più di 20 euro? Per il momento no, ma secondo quanto comunicato dalla compagnia aerea Ryanair, nel prossimo futuro probabilmente sì. I vertici della società irlandese hanno dichiarato che entro 3 o 4 anni diventerà operativo un servizio di voli a bassissimo costo che collegheranno gli Stati Uniti con alcune delle maggiori città europee (tra cui Roma). Le cifre fanno riferimento ai biglietti venduti in promozione, ma realisticamente si presume che per un viaggio andata e ritorno dal vecchio al nuovo continente i prezzi medi saranno comunque al di sotto delle 100 sterline, cioè all'incirca 130 euro. 
Qualcuno potrà pensare a una boutade, ma conoscendo la filosofia aziendale di Ryanair, potrebbe non esserlo affatto. È probabile invece che alcuni meccanismi commerciali ci sfuggano perché siamo poco abituati sia al ragionamento che alla valutazione oggettiva del nostro quotidiano flusso di cassa.
Per dovere di cronaca, 130 euro non sono sufficienti nemmeno per un viaggio andata e ritorno da Milano a Firenze con un'auto a benzina di media cilindrata. Il paradosso di poter volare da Roma a New York a cifre più basse di quelle necessarie per la gita della domenica non è però così inspiegabile. Senza addentrarsi in sofisticati ragionamenti economico-finanziari, si può innanzitutto constatare come un viaggio in auto, oggi come oggi, significhi soprattutto il pagamento di un'enorme quantità di tasse, sotto forma di imposte sulla benzina e pedaggi autostradali. Il rovesciamento dei canoni tradizionali avviene proprio in questo: se c'è lo Stato di mezzo, il servizio offerto rischia di costare come, e forse anche di più, di quello privato. Ecco perché raggiungere Londra in certi casi è più sostenibile del picnic sul Ticino. 
È un'amara realtà, perché generalmente un cittadino spererebbe che in una società progredita il settore pubblico sia non solo efficiente, ma anche maggiormente concorrenziale rispetto a quello privato. Oggi, invece, sembra che il 'pachiderma' statale ancora esista per il puro fatto che deve esistere, ma non viene più alimentato né innovato. Si può dire così del sistema dei trasporti, come della scuola o della sanità. Anzi, il pubblico è funzionale più per gli indotti tributari che partorisce che per i servizi che offre. A discapito chiaramente dell'utente. Allora l'aereo diventa sorprendentemente il mezzo dei poveri e l'auto quello dei ricchi.