Faccia a faccia con i black bloc

Si assomigliano tra loro, la maggioranza veste con un giacchetto stretto nero e dei blue jeans, al collo portano una sciarpa che copre naso e bocca. Tutti tranne un paio, hanno in testa grossi caschi neri. Incuriosito allora continuo a guardami attorno. I più classici brandiscono tra le mani dei bastoni, spranghe o sanpietrini. I più fantasiosi decidono di portare pali stradali, mazzette o picconi; uno addirittura ha il vanto di impugnare una mazza chiodata. I più cattivi portano negli zaini delle bombe-carta esplosive; mentre i più prudenti si sono attrezzati con acqua, limone e Malox contro probabili lacrimogeni. La cosa che mi colpisce di più è che chi capeggia e impartisce ordini a queste frange violente, sono quasi ed esclusivamente sempre donne, ragazze, forse madri disperate. Chissà. Il seguito lo sapete, il meno lo lascio all'immaginazione. Le due auto incendiate in via Cavour, a due passi dai Fori Imperiali, sono solo l'inizio di una vera e propria guerra. Da lì in poi le automobili iniziano a saltare in aria come fossero fuochi d'artificio, la gente inizia a delirare, urlare e malmenarsi, proprio sotto la stessa bandiera. Le banche vengono distrutte e incendiate sotto l'impotenza dei manifestanti, chi prova a opporsi o a fare foto viene mirato e gonfiato di botte sotto i miei occhi. Decido di mantenere la calma e vengo aiutato da una cinquantina di indignados che inizia a caricare e allontanare i black block appellati "fascisti", che impauriti scappano da cinquantenni cassintegrati. Mi guardo intorno e non vedo una cosa al posto giusto. Dopo due ore e mezza arrivano una sessantina dal reparto celere romano, lì capisco che è il caso che mi ritiri in seconda fila. Lì capisco che è tutto il contrario dell'apparenza. I black block non sono venuti né per caso e né per sfizio di sfogarsi, qualcuno per motivazioni auspicabili ce li ha mandati. Iniziano a volare massi, bombe-carta, fumogeni, petardi e lacrimogeni. Lacrimogeni sulla folla. Trovo una bambina che passava di lì con la nonna: entrambe a terra prese da una crisi d'asma. I lacrimogeni sono devastanti. Dopo una decina di questi, accuso il colpo e mi accascio in un angolo anche io, decido di risparmiarmi gli idranti e osservo. Guardie contro black block. E i cittadini indignati? Come se fossero dimenticati dietro all'estintore volante de "Er Pelliccia". Mi ritrovo a Roma, la città eterna, sulla banchina della metro di sabato 15 ottobre 2011, con uno zainetto carico di vergogna e rassegnazione.