I finanziamenti ai partiti sono necessari. Ma serve trasparenza

I partiti, tardivamente, cominciano a parlare di una riforma della legge per il rimborso delle spese elettorali da fare in tempi brevi. Bisogna però fare attenzione a cavalcare l’indignazione del momento, perché il rimedio potrebbe essere peggiore del male. Il finanziamento pubblico dei partiti, o per meglio dire il rimborso delle spese elettorali, è una condizione, secondo me, necessaria perché chiunque, indipendentemente dal patrimonio personale possa fare politica. Quello che manca, come sempre in Italia, è il controllo delle regole stabilite.

È necessario che i partiti diano garanzie di trasparenza, controllo e democrazia interna, e si potrebbe ipotizzare anche il coinvolgimento di un organo super partes come la Corte dei Conti. A seguito dei controlli, se i soldi pubblici non sono stati spesi per attività politica, quello che rimane a bilancio dovrebbe andare a compensazione del finanziamento per l’anno successivo. Ma perché non prevedere anche altre forme più diffuse e adatte a un Paese come l’Italia? Come riformare la legge sui rimborsi elettorali, stabilendo un euro a voto ottenuto e solo al superamento di una soglia, normare anche per i partiti l’accesso al 5 per mille nella dichiarazione dei redditi delle persone fisiche.

Sarebbe un passo avanti; l'importante, però, è che i partiti operino con trasparenza, con bilanci consolidati e certificati dove siano leggibili entrate e costi, passività e attività. Oggi, la corsa dei benpensanti a purificare la politica si fa sempre più frenetica e affannosa. Attenzione però che, con l'affanno, si rischia di buttare via il bambino con l'acqua sporca. Questo monito che proviene dalla società è diretto soprattutto ai politici “di professione” e a quelli, e non sono pochi, che fanno politica per passione: che imparino a interpretare i bisogni della cittadinanza e sappiano eliminare, chiaramente politicamente, tutti quelli che gettano discredito sulla nobile, intesa come servizio, arte della politica.

“Non sa niente e crede di sapere tutto. Questo fa chiaramente prevedere una carriera politica, in buona compagnia” - G. B. Shaw