Il canto del Grillo si insinua tra le macerie dei partiti

Naturalmente politici e politicanti si stanno arrampicando sui vetri fino all'inverosimile, ma il successo dei 5 Stelle è clamoroso, senza se e senza ma. Tutto il resto è noia. Tra i possessori di fette di prosciutto sugli occhi purtroppo va citato pure il presidente Napolitano, che in un raptus di nostalgia partitocratica ha incredibilmente snobbato l'ascesa del nuovo movimento. Proprio lui, che ha vissuto tutte le stagioni politiche dal Dopoguerra in poi e che dovrebbe cogliere qualche elemento comune tra la situazione attuale e quella degli anni conclusivi della Prima Repubblica. Una frammentazione totale, senza più schemi e punti di riferimento, che ha schiacciato quel tentativo di grossolano bipolarismo scaturito cinque anni fa dalla nascita di Pd e PdL e che sembra proiettare nuovamente l'ombra di un multi-partitismo dove non sarà facile districarsi.

Su Beppe Grillo si possono dire tante cose, e tutte quante potrebbero apparire contraddittorie. Trascinatore irresistibile sul palcoscenico, comico geniale e irriverente, come politico - o aspirante tale - appare scaltro, populista, abilissimo comunicatore e sufficientemente ipocrita. Caratteristiche, queste, particolarmente decisive per muovere consenso e che lo avvicinano al suo grande (apparente) nemico, Silvio Berlusconi. Anche se in modo del tutto differente, la discesa in campo del Cav nel 1993 avveniva proprio in un momento di crisi profondissima della politica, molto simile a quella che viviamo adesso. Normale quindi che gli italiani cerchino un nuovo santo a cui votarsi. Possibilmente un non-politico. Qualcuno che dica quello che tutti vogliono sentirsi dire. E con la faccia abbastanza tosta da possedere Ferrari e villa a Porto Cervo e poi di tanto in tanto fare una capatina a sostenere le barricate dei centri sociali in val di Susa.

Difficile prevedere dove possa arrivare il Movimento 5 Stelle. Senz'altro il suo successo è una ventata di aria fresca in un ambiente puzzolente e stantio. E un banco di prova per gli stessi "grillini", visto che da oggi non servirà più dire soltanto cosa è sbagliato, ma anche cosa può essere fatto per migliorare un Paese.