Il caso del prof. Veronesi: quando la scienza invade il campo della fede

La riflessione di Padre Giuseppe Paparone (O.P.) sulla fede e sulla scienza

Umberto Veronesi

Umberto Veronesi

Sembra incredibile, ma ogni tanto i giornali ci propinano illogiche e approssimative considerazioni sulla fede da parte di personaggi pubblici che hanno un ruolo di prestigio in altri ambiti del sapere. Non vorrei pensare maliziosamente, ma sembra una subdola manipolazione comunicativa quella di esprimere giudizi infondati facendo leva sulla profonda esperienza scientifica.
L’ultimo caso è quello del professor Veronesi, scienziato medico di fama internazionale, che si esprime sulla non esistenza di Dio con argomenti da adolescente, o quanto meno da persona che non ha chiaro il concetto del Dio cristiano.
“Allo stesso modo di Auschwitz, per me il cancro è diventato la prova della non esistenza di Dio”, così si esprime in una intervista rilasciata al quotidiano Repubblica. Ma perché non partire dall’omicidio di Abele da parte del suo fratello Caino? Non c’era certo bisogno di aspettare Auschwitz. Veronesi non riesce a capire come è possibile conciliare il male con l’esistenza di Dio come fa la Bibbia in ogni sua pagina. Forse Veronesi non è in grado di comprendere appieno il valore e il potere della libertà che Dio ha lasciato agli uomini. Forse vorrebbe un Dio burattinaio o forse vorrebbe una libertà intermittente. Il ragionamento che porta a escludere l’esistenza di Dio per la presenza del male fisico nel mondo non è scientifico ma ipotetico ed emotivo basato solo su un aspetto della nostra esistenza, quella materiale e sensibile. La sua scienza non conta nulla in questa argomentazione perché la scienza si afferma attraverso le prove e la dimostrazione. Ora la non esistenza di Dio non può essere affatto provata, mentre per alcuni filosofi è possibile provare l’esistenza di Dio con una argomentazione meta-fisica, filosofica, ossia pertinente a un altro piano del sapere quello che indaga sulla dimensione intellettuale e spirituale dell’uomo, quella sfera da cui scaturisce un altro tipo di sapere e che offre all’uomo anche la possibilità di costruire lo stesso sapere scientifico.
Se poi il Professor Veronesi volesse anche far riferimento alla fede cristiana, beh allora il suo abbaglio sarebbe davvero grande, perché questa si fonda non su opinioni personali ma su un uomo concreto che è vissuto in mezzo a noi e che ci ha parlato di Dio e del suo amore, non con parole e argomentazioni ma con la sua stessa vita. La fede del cristiano deriva da Gesù e si fonda su Gesù morto e risorto per noi. Morto per un altro tipo di tumore, ancora più grave di quello che cura Veronesi, un tumore generato dalla superbia, dall’orgoglio e dalla presunzione di essere in grado decidere qual è la verità. Spiace constatare che un uomo meritevole, che ha vissuto per fare del bene, non si renda conto che il suo non è un atto razionale e scientifico ma un vero atto di fede, purtroppo in se stesso.
Padre Giuseppe Paparone