La fase di aspra critica da parte dei M5S verso i comportamenti tenuti dagli altri partiti comincia a venire meno nei fatti

Quella modalità tanto vituperata da M5S, etichettata come la politica tra le scure stanze del potere e delle segreterie, è stata utilizzata anche da loro per raggiungere lo scopo di avere un Presidente della Camera

Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle, e Maria Alberti Casellati, di Forza Italia

Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle, e Maria Alberti Casellati, di Forza Italia

L'opinione di Moreno Mazzola

Il primo passo è stato fatto: sono stati eletti i Presidenti di Camera e Senato. Sono stati eletti con un accordo tra le forze politiche che hanno vinto le elezioni del 4 marzo. Quella modalità tanto vituperata da M5S, etichettata come la politica tra le scure stanze del potere e delle segreterie, è stata utilizzata anche da loro per raggiungere lo scopo di avere un Presidente della Camera in quota M5S. La fase di aspra critica da parte dei M5S verso i comportamenti tenuti dagli altri partiti comincia a venire meno nei fatti, perché il M5S nelle fasi negoziali si comporta come gli altri senza differenza alcuna, perché ci si accorge che la politica è fatta di confronto, discussione e mediazione.  Questa modalità il M5S la dovrà applicare anche nel tentativo di formazione del prossimo governo italiano.  Abbiamo assistito a un fatto politico che prefigura potenzialmente una maggioranza. Nei prossimi giorni e nelle azioni che ne seguiranno si potrà capire se si tradurrà in una sfida di governo. Quindi è evidente che c’è stata una contaminazione perché il M5S ha siglato un’intesa con il Centrodestra e per i 5 Stelle questo fatto è la perdita dei presupposti di nascita del movimento, dei duri e puri, di quelli che si fa come diciamo noi o noi non ci stiamo. Dalle situazioni di questi giorni è evidente un’incoerenza finalizzata alla conquista dello scranno della Camera perché spesso M5S e Centrodestra  si sono anche insultati, predicando l’assoluta distanza mentre adesso si sono divisi gli incarichi istituzionali  con trattative assimilabili al modello in voga durante la Prima Repubblica. Adesso bisognerà capire come sarà formato il governo, chi sarà designato come Presidente del Consiglio e quale sarà il programma di governo. Siccome nessuna forza politica è in grado di governare da sola è evidente che le forze che formeranno il governo dovranno rivedere il programma proposto agli elettori perché diventi programma di governo. Francamente pensare a un governo tra M5S e Centrodestra che pensi di applicare l’abolizione delle accise sulla benzina, l’abolizione della legge Fornero, la flat tax e il reddito di cittadinanza lo ritengo un danno per il paese perché non è chiaro oggi dove si troverebbero i soldi per fare tutto ciò e si prefigurerebbe uno scenario di non compatibilità con i conti economici italiani con tutti i rischi del caso.  Davanti allo scenario che si è aperto dopo le elezioni, non ci sono facili soluzioni per uscire da questo stallo e la soluzione non può essere quella di cercare di risolvere, di volta in volta, il singolo problema senza portare avanti delle riforme di carattere strutturale.  I partiti non hanno solo il diritto, ma anche il dovere di governare e orientare la società. Il Parlamento deve esprimere una maggioranza che interpreti non solo le ambizioni delle forze politiche, ma i bisogni fondamentali della gente. Al fine di individuare soluzioni di governo occorre che le forze politiche abbiano la capacità di fare un passo indietro per farne due avanti tutti assieme. Non aspettiamoci tempi brevi per la formazione di un governo, nelle precedenti elezioni Letta ha impiegato due mesi e mezzo, chiedendo un’assunzione di responsabilità ai M5S ricevendo un rifiuto, e in Germania ci sono volute sei mesi. Vedremo nelle prossime settimane se si potranno trovare intese che superano la politica degli insulti, delle denigrazioni proiettando la politica italiana in un contesto e scenario diverso dai precedenti.
“In politica ci sono sempre due categorie di persone: quelli che la fanno e quelli che ne approfittano” - Pietro Nenni

Moreno Mazzola

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