Lampedusa, la morte e l'onore

di Davide Zanardi.
Si possono chiamare clandestini oppure profughi di guerra, a seconda dell'opportunismo politico. In realtà sono semplicemente anime disperate, perché solo chi è disperato tenta la fuga a migliaia di chilometri da casa, a bordo di zatteroni capitanati da criminali. Il motivo per cui miriadi di immigrati tentano regolarmente di sbarcare in Europa è elementare: il mondo povero si sposta nel mondo ricco per una questione di logica necessità.

E forse questa lapidaria, scomoda verità la capiscono soltanto quelli che li vedono annaspare in mare, nel freddo della notte, lontani un miglio dagli scogli che significano salvezza. A Lampedusa, dove molti fuggiaschi si sono persi inseguendo il mondo ricco, alcuni si sono invece ritrovati. Se possono ora guardare al futuro e a quell'occidente che è capace solo di una fiacca e insopportabile retorica, è proprio grazie alle braccia e al cuore di chi li ha messi in salvo, impedendo che il massacro si trasformasse in ecatombe. Diciamolo pure in silenzio, ma questi eroi per caso sono nostri concittadini. Gente comune, che quella notte era in barca per lavoro o per piacere, comunque incurante di essere in procinto di assistere da vicino ad un evento spaventoso. Allora, anche se cercare un dettaglio di ottimismo in quello che è successo il 3 ottobre al largo della Sicilia è quanto meno forzato, resta un sussulto, un movimento impercettibile di approvazione, per il coraggio e l'onore di chi ha voluto soccorrere quelle grida di disperazione. Per chi si è tuffato nelle acque nere e per chi ha avvolto in una coperta un bambino intirizzito dal freddo e dalla paura. E regala un po' di sollievo sapere che a Lampedusa, negli istanti della tragedia, il sentimento di fratellanza è stato forte quasi quanto la potenza delle onde e della morte. Ora, mentre l'Europa dorme sul suo giaciglio di inutilità e la questione dell'immigrazione resta come sempre un problema “degli altri”, nuove anime disperate stanno ripercorrendo la traversata e altri eroi per caso saranno lì, per quanto possibile, a vegliare su di loro. Nessuno si preoccupi di dire: grazie, italiani.