Le primarie del Centrosinistra, un grande esperimento di democrazia

Negli ultimi tempi parlare di disaffezione dell’elettorato nei confronti della politica è diventata quasi una moda. Ma è proprio così? L’elettorato, soprattutto quello italiano, è davvero così distante dalla politica come si dice?

Premettendo che l’unico dato di fatto è che a essere distante è la politica dai cittadini e non il contrario, è anzi facilmente dimostrabile che le persone si sentano partecipi di un progetto comune quando si rendono conto che attraverso una loro azione possono cambiare davvero il corso delle cose.
Come nel caso delle elezioni primarie e, a maggior ragione, il significato delle primarie non va sottovalutato. Gli elettori di un partito, nell’ambito sempre e solo del Centrosinistra, sono chiamati a scegliere il loro candidato. Non più personalità politiche selezionate ad hoc secondo scelte legate al marketing o all’immagine, ma una decisione consapevole da parte delle persone. Le croci apposte su di un nome si caricano di valori intangibili quali la fiducia, la speranza e la proposta. Pochi mesi dopo quell’esperimento, che vide vincitore Nichi Vendola a scapito di Francesco Boccia, anche L’Unione decide di utilizzare le primarie per giungere alla scelta del candidato che avrebbe sfidato Silvio Berlusconi nelle elezioni parlamentari dell’anno successivo.
Dal 2005 in poi, molti politici a livello locale e nazionale (in quest’ultimo caso nella schiera del Centrosinistra) hanno dovuto superare il traguardo delle primarie prima di essere candidati a ricoprire cariche pubbliche. Le primarie sono invocate a gran voce da tutte quelle personalità che credono in un progetto che nasce dalla legittimazione da parte della base elettorale. Al contrario, il Centrodestra italiano, da 17 anni a questa parte, si è fossilizzato su di un’unica personalità. Silvio Berlusconi difatti, a partire dalla sua discesa in campo, è stato sempre leader indiscusso del partito di Centrodestra, anche se ultimamente nel Centrodestra qualcosa si sta muovendo. Molti esponenti del Popolo delle Libertà invocano le primarie. L’elettorato di Centrodestra, che fino ad alcuni mesi fa sembrava essere devoto all’icona del loro presidente, ora è più preoccupato ed ansioso. Gli ultimi scandali, resi noti grazie alle intercettazioni, hanno minato la fiducia in Berlusconi e le primarie sarebbero un ottimo èscamotage per tenere a bada i nervosismi dei piedillini. Non è un caso che in Europa siano i partiti progressisti a ricorrere sempre di più alle primarie, riconquistando un certo credito politico ed elettorale tra le persone. Hanno ben compreso come cavalcare al meglio la disillusione verso i governi di Centrodestra che hanno amministrato negli ultimi anni pressoché quasi in ogni paese dell’UE.
Nei partiti di Centrosinistra non sono ben definiti i progetti e l’identità, le strategie e i modi per ritrovare il sostegno dei ceti più popolari. Ma ai progressisti europei va sicuramente riconosciuto il merito di aver portato al centro dell’attenzione l’elettore inteso come cittadino pienamente in grado di avere potere decisionale sul bene comune. In Italia il 25 novembre verrà svolto un grande esperimento di democrazia, che sarà tale soprattutto se gli sconfitti daranno il loro pieno sostegno al vincitore in modo da essere un vero valore aggiunto alla strategia politica del Centrosinistra; in caso contrario avremmo tutti perso un’altra occasione.
“Uno stato è governato meglio da un uomo ottimo che da un'ottima legge” - Aristotele
Moreno Mazzola