Momento drammatico per la politica, due i grandi sconfitti delle elezioni. Ora si spera che il governo Letta raggiunga gli obiettivi prefissati

In queste ultime settimane c’erano degli obiettivi da raggiungere: l’elezione di un Presidente della Repubblica condiviso tra maggioranza ed opposizione; evitare elezioni anticipate che avrebbero prolungato l’agonia dell’economia italiana; formare un governo che avesse le possibilità concrete di avviare quel cambiamento richiesto da tutti.

Il primo risultato è stato raggiunto con l’elezione di Giorgio Napolitano, è la prima volta che accade nella storia repubblicana e questo la dice lunga sull’attuale momento drammatico. Gli altri due sono stati raggiunti con la formazione del governo Letta che, seppur non prevedibile rispetto a quanto detto in campagna elettorale e a quanto previsto dopo le elezioni, rimane la sola strada praticabile in questo contesto storico e politico, anche se io sono critico su questo tipo di soluzione. I risultati delle elezioni hanno dato una situazione politica di difficile gestione e gli sconfitti in questa fase sono stati il Pd e il M5S. Il Pd perché non è stato in grado di definire una strategia politica condivisa al proprio interno, ne sono la riprova quanto successo con Marini e Prodi. Il M5S si è chiuso in un isolamento tipico di chi sa distruggere e non costruire, di chi privilegia la protesta alla proposta. Gli estremismi urlati del M5S, la chiamata a una nuova marcia su Roma, la dichiarazione di morte del 25 Aprile, gli insulti e le urla lo pongono esterno alle azioni di cambiamento necessarie nell’interesse dell’Italia. La pretesa che Rodotà era il candidato degli Italiani - quando alle Quirinarie su 50.000 persone iscritte hanno votato circa 28.000 persone e Rodotà ha ottenuto circa 4.700 voti, circa lo 0,01% degli italiani aventi diritto al voto - non corrisponde al vero. Se la politica è confronto e mediazione sarebbe stato opportuno spendersi sulle capacità delle persone e non irrigidirsi su di un nome. Il M5S ha un atteggiamento denigratorio se quello che viene fatto o proposto non lo vede come elemento centrale, mi auguro che questo atteggiamento venga meno e che le proposte fatte vengano tenute in considerazione se sono fatte nell’interesse del Paese. Il Pd, l’altro sconfitto, si appresta a definire un percorso per la nuova fase congressuale che dovrà eleggere il nuovo gruppo dirigente; spero che questo congresso possa essere vissuto come un’opportunità e non come l’ennesima occasione di divisione. Avere un forte partito riformista e progressista, come in tutte le più avanzate democrazie, è un vantaggio per tutti anche per gli avversari politici. Se il governo Letta riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati, cancellazione Imu, non applicabilità del punto di Iva, sviluppo e crescita economica, ecc.. sarà solo il tempo a dirlo ma “alea iacta est” (il dado è tratto) e bisognava trovare il coraggioso che lo lanciasse.
Politica vuol dire realizzare – Alcide De Gasperi
Moreno Mazzola