Nonni: un mondo in trasformazione

Sono tanti, sono dinamici, sollevano la famiglia da mille impegni. Adorano i nipoti, non li fanno giocare, giocano con loro.

Parlare di nonni significa parlare di bambini, di figli che crescono e diventano a loro volta genitori, di relazioni con loro. Parlare di nonni significa chiedersi chi sono oggi, cosa fanno, quanti sono, il ruolo che svolgono all’interno della famiglia. Ed è ciò che faremo in questo primo articolo perché in quelli che seguiranno racconteremo storie ed esperienze per un confronto sui tanti modi possibili di esercitare la “nonnità”.
La figura dei nonni e la loro relazione con figli e nipoti, negli anni, ha subito molti cambiamenti in funzione di un contesto sociale completamento diverso dal passato, di nuovi stili di vita, di modelli famigliari plurimi e dei mutati rapporti fra genitori e figli.
La coabitazione non esiste più, i genitori lavorano entrambi fuori casa e i bambini devono essere accuditi, accompagnati a scuola… sono cambiati i concetti di autorità e di valori, ogni famiglia è un mondo a sé ma, soprattutto, sono cambiati i nonni, nel senso che - a differenza di un tempo - sono giovanili, hanno interessi, sono informati, viaggiano, hanno (molto spesso) maggiori possibilità economiche rispetto i figli. In questo modo si ritrovano a svolgere un’importante funzione sociale che li rende oggetto di ricerche e sondaggi.
Secondo la Camera di commercio di Milano, per esempio, sono circa 50 i miliardi di euro all’anno che le famiglie risparmiano grazie all’intervento dei nonni tra servizio baby sitter, supporto in tempo di vacanze, interventi di vario tipo e aiuti economici elargiti al bisogno. 
Istat ha calcolato, invece, che sono circa undici milioni e cinquecento mila, i nonni in Italia, pari al 33,3% dei cittadini che hanno superato i 35 anni e sono, in proporzione al numero dei nipoti, più numerosi rispetto trent’anni fa; tra le ragioni principali c’è che a fronte di una diminuita natalità, vivono più a lungo in virtù di una vita dinamica e corretta, e inoltre i secondi o terzi matrimoni dei figli moltiplicano, rispetto il singolo bambino, il numero dei nonni. Sempre secondo Istat le donne sono più numerose degli uomini (37,5% contro 28,4%) e questi ultimi, a differenza del passato, sono disponibili ad accudire i nipoti.  
Il Censis ha condotto invece una ricerca sullo stile di vita degli ultrasessantenni che mettono ai primi posti una vita attiva (51%), relazionarsi con i giovani e con i nipoti (46,1%), tenere allenata la mente (45,8%), avere una fede religiosa (27,6%), essere autonomi (27,5%), essere aperti alle relazioni con gli altri (22,2%).
Da questi sondaggi emerge una percezione di se stessi elevata, che muta i rapporti interpersonali, compresi quelli con i nipoti, con i quali vengono instaurati una relazione meno austera rispetto al passato e un confronto più concreto.
La presenza di nonni così aperti, inoltre, fa sì che i giovani abbiano altri modelli di riferimento oltre quelli di genitori ed educatori e il risultato, per loro, sono una maggiore ricchezza di esperienze e punti di vista, un supporto “speciale” anche per i momenti difficili e un grande contributo alla loro crescita. A tutto ciò vanno uniti l’amore che i nonni nutrono per i nipoti, l’esperienza che trasmettono e, infine, la fantasia e la creatività che sanno usare nell’accudirli. 
Vanda Loda