Più corsi di leadership che leader

La lamentela più diffusa fra imprenditori, politici e top managers è che mancano i leader. “La nostra classe dirigente è scadente e mancano veri leader”

Moreno Mazzola - editorialista

Moreno Mazzola - editorialista

Oggi esistono più corsi di leadership che leader. Sembra che proprio tutti possano insegnare e imparare la leadership. La lamentela più diffusa fra imprenditori, politici e top managers è che mancano i leader. “La nostra classe dirigente è scadente e mancano veri leader” si legge sui giornali, sui blog, si sente in tv. C’è confusione sul vero significato di questa parola stra-abusata. C’è chi si è sforzato di sostituirla col termine Arte del Comando, chi ha tentato di identificare le qualità specifiche di un leader arrivando a fare una lista di buon senso applicabile a un dirigente di prima nomina, a un quadro con responsabilità di coordinamento, a un professionista con un pugno di collaboratori a un politico eletto e chiamato a fare gli interessi dei cittadini. Hanno creato schemi, diagrammi, piramidi valoriali, se no non è scientifico. Alla ricerca affannosa di distinguersi, e tutti menzionano la leadership. Non esiste un libro sulla leadership scritto da un vero leader, lui la applica. L’arte del comando è sinonimo di leadership in campo militare dove uno dei concetti essenziale è l’integrità, oltre alla tenacia, al coraggio e alla determinazione e l’orgoglio di appartenenza è molto sviluppato. Persino i motti delle accademie militari sono utili per capire cosa distingue l’arte del comando dalla leadership. Onore, Fedeltà, Vittoria non sono fra i termini più comuni delle scuole di management. E non sono materie di studio, ma valori e comportamenti. La Scuola di Guerra dell’esercito italiano menziona fra i propri fini lo sviluppo delle qualità manageriali e di comando, quindi fa una differenza.  Quindi un leader deve saper comandare senza coercizione e prevaricazione, ma non basta.  I leader hanno tre qualità distintive: integrità, carattere, forza morale. Ma qual’è il significato di leader:  “Leader è chi ha l’integrità, la forza morale e l’autorevolezza di mettersi alla testa di persone guidandole con successo e soddisfazione verso una meta eticamente corretta“. Ma quali sono le doti di un leader vero? Molti guru citano la capacità di motivare, di fare team building, di mediare, di comunicare, di rischiare, di lavorare tosto, di pianificare e innovare, ecc. ecc. Sono tutte qualità apprezzabili. Ma si applicano a milioni di individui. Un leader è chi ha ottenuto una mobilitazione formidabile proponendo una visione nuova del modo di vivere. Ha fatto sognare, ha parlato ai cuori, ha alimentato la fiducia della gente, si è posto in prima linea, ha dimostrato il coraggio di battersi contro l’establishment, contro il conformismo fallimentare, ha parlato a tutte le minoranze che sommate insieme hanno fatto la maggioranza. Ha catalizzato l’attenzione di chi solitamente prestava poco interesse alla politica. Ha mobilitato chi non si recava nemmeno a votare. Ha parlato di sentimenti, mosso emozioni, fatto battere i cuori.  Perché la leadership è fatta di ciò che si decide di fare così come di ciò che non si decide di fare. Le azioni concrete sono una conseguenza non l’essenza della leadership, i valori del vero leader sono parte del sè, categorie dello spirito, della personalità profonda, del proprio io essenziale e solo in seconda istanza del fare. I leader devono maneggiare la complessità. Il leader apporta cambiamenti importanti, significativi, destrutturando l’esistente, salvandone solo ciò che di valido resiste. Mette in atto idee nuove, qualcosa generalmente diverso da quello che esisteva prima.
Ma qual’è il significato di leader:  “Leader è chi ha l’integrità, la forza morale e l’autorevolezza di mettersi alla testa di persone guidandole con successo e soddisfazione verso una meta eticamente corretta“. Ma quali sono le doti di un leader vero? Molti guru citano la capacità di motivare, di fare team building, di mediare, di comunicare, di rischiare, di lavorare tosto, di pianificare e innovare, ecc. ecc. Sono tutte qualità apprezzabili. Ma si applicano a milioni di individui. Un leader è chi ha ottenuto una mobilitazione formidabile proponendo una visione nuova del modo di vivere. Ha fatto sognare, ha parlato ai cuori, ha alimentato la fiducia della gente, si è posto in prima linea, ha dimostrato il coraggio di battersi contro l’establishment, contro il conformismo fallimentare, ha parlato a tutte le minoranze che sommate insieme hanno fatto la maggioranza. Ha catalizzato l’attenzione di chi solitamente prestava poco interesse alla politica. Ha mobilitato chi non si recava nemmeno a votare. Ha parlato di sentimenti, mosso emozioni, fatto battere i cuori.  Perché la leadership è fatta di ciò che si decide di fare così come di ciò che non si decide di fare. Le azioni concrete sono una conseguenza non l’essenza della leadership, i valori del vero leader sono parte del sè, categorie dello spirito, della personalità profonda, del proprio io essenziale e solo in seconda istanza del fare. I leader devono maneggiare la complessità. Il leader apporta cambiamenti importanti, significativi, destrutturando l’esistente, salvandone solo ciò che di valido resiste. Mette in atto idee nuove, qualcosa generalmente diverso da quello che esisteva prima.