Ustica, tra incubo e realtà

Ci siamo. Le istituzioni hanno emesso la loro verità. Il Dc9 che precipitò in mare nel 1980 fu abbattuto da un missile, lanciato da chissà quale aereo militare nel corso di un misterioso combattimento, nel quale l'unico velivolo che non doveva andarci di mezzo è stato proprio quello precipitato negli abissi.

Bene. L'opinione pubblica, che si muove sempre con la profondità di pensiero di un gregge al pascolo, concorda nel definire tutto ciò una buona notizia. Certo, con un po' di ritardo, ma meglio che niente. Strano pensare a come sarebbero potute essere in questi lunghi 33 anni le vite delle 81 persone (di cui 13 bambini) scomparse quella sera. O come sono state quelle dei loro familiari, dei loro amici e di chi ha aspettato per un tempo infinito una sentenza, un verdetto, anche solo una piccola prova d'orgoglio da parte del nostro sistema-Stato. 
Ora che questo maldestro scherzo all'italiana, questo segreto di Pulcinella è stato svelato, probabilmente arriveranno un po' di soldi di risarcimento e questo basterà alle istituzioni per dichiarare che "giustizia è fatta". In realtà, anche questa è solo l'ennesima menzogna in un oceano di squallore e omertà che ha fagocitato il Dc9 ancora più di quanto ha fatto il mare in quella notte di giugno. 
Si potrebbe riflettere su molte cose, ma un aspetto su tutti appare particolarmente angosciante. Capita sempre più spesso che la vita degli uomini sia subordinata in maniera sfacciata a un presunto bene comune, si intenda con questo un insieme di relazioni internazionali, un patto tra paesi alleati o semplicemente la copertura di qualche losco segreto governativo. La strage è di per sè una tragedia, ma la strage occultata, o peggio ancora la strage strategica, sono ancora più abominevoli. Sono la deriva più estrema del potere, l'istituzionalizzazione del male. 
In un mondo che si auto-definisce evoluto, è sconcertante scoprire che è sufficiente attribuire a un crimine una giustificazione militare o politica per non considerarlo più tale. Il pazzo che fa saltare in aria una scuola è un pluri-omicida; il pilota che sgancia una bomba su un ospedale in un conflitto bellico ha semplicemente fatto il suo dovere. Certo, a Ustica probabilmente non ci fu volontarietà, ma tutto quello che è successo dopo rientra nella logica perversa di reinterpretare i crimini scomodi in maniera strumentale, facendoli passare quasi per eventi naturali.
Chissà se un giorno il bene e il male potranno presentarsi semplicemente per quello che sono, senza nessuna copertura istituzionale che li renda immuni agli unici parametri che contano, quelli della coscienza. Fino ad allora, il volo del Dc9 rimarrà lì, sospeso all'infinito tra incubo e realtà.
Davide Zanardi