40 anni di carriera per Francesco De Gregori: all'Alcatraz regala ancora emozioni, tra vecchi pezzi e inediti dell'album ispirato da Kerouac

"Probabilmente dev'essere strada la vita lavorata per il tempo ed il denaro e la casa costruita come un ponte su una cascata": con le note di "Sulla strada" ha inizio il concerto di Francesco De Gregori all'Alcatraz di Milano lo scorso 28 novembre, seconda data italiana dopo quella di Roma, dove il cantautore ha presentato al pubblico il suo ultimo album.


La canzone è title-track della nuova raccolta di inediti realizzata a 4 anni di distanza dall’ultimo "Per brevità chiamato artista".
Sulla strada è anche il titolo del celebre libro di Jack Kerouac pubblicato nel 1957, vero e proprio manifesto della beat generation che De Gregori rivela  di aver letto solamente di recente; seduto sullo sgabello con il suo cappello e la sua chitarra è un De Gregori classico stile che non tradisce le aspettative davanti al suo pubblico transgenerazionale e capace ancora di fare sognare, cantare e applaudire chi lo ascolta sulle note di canzoni conosciute e già sentite o ascoltate per la prima volta, dedicando la prima parte del concerto ai nuovi brani contenuti nell’ultimo lavoro che il suo "pubblico pagante" dimostra di apprezzare sentitamente in 2 ore e trenta di concerto appassionante, sintesi di quarant’anni di illustre carriera. Il finale è lasciato alle memorabili "La donna cannone", "Buonanotte fiorellino", dove già le prime note incitano tutti a cantare, per poi dedicare la conclusione ad un romantico saluto sulle parole di "Can't help falling in love".
Marzia Colombari