Più rock e meno economy. All’Arena di Verona il pubblico di Celentano chiede solo musica

L’attesa è stata lunga (18 anni dall’ultimo live del “molleggiato”). La risonanza dei media enorme. Forse lo spettacolo più pubblicizzato dell’anno: il Rock Economy di Adriano Celentano si è svelato ieri sera all’Arena di Verona.

Tra vip e fan scatenatissimi (pare che alcuni abbiano scucito 12mila euro per un biglietto in prima fila, di contro all’euro sborsato da chi scrive, seppur in secondo anello non numerato!), il concerto inizia puntuale alle 21 per consentire la diretta televisiva su Canale5, con un elicottero da riprese aeree che sorvola in cerchio l’Arena per tutta la durata dell’evento.

Dopo una breve introduzione su decrescita, qualità della vita, lavoro, salute e cultura, entra in scena il “molleggiato” in giacca grigia, pantaloni scuri e basco paillettato. Che attacca con Svalutation, S’è spento il sole, La cumbia di chi cambia, L’emozione non ha voce (rivolta all’amico e collega Gianni Bella), Io sono un uomo libero (cantata da seduto, “perché – dice Celentano – il testo è difficile, l’ha scritto Fossati”, che tra l’altro è presente tra il pubblico insieme ad Al Bano, Marco Mengoni, Eros Ramazzotti e Paolo Bonolis, a cui dedica Pregherò). Il ragazzo della via Gluck regala il momento più suggestivo: è l’intera Arena a cantare, oltretutto intonata, la prima strofa della celeberrima canzone. 

Nessuna traccia invece del monologo. Solo alcune pause (pare molto evidenti in tv, meno dal vivo…, ma forse Adriano si è effettivamente dimenticato qualcosa) anticipano la breve chiacchierata su crisi e microeconomia con l’economista francese Jean Paul Fitoussi e i giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo del “Corriere della Sera”. Morale del discorso: per evitare debiti si dovrebbe comprare solo ciò di cui si ha bisogno (e grazie tante…!).

Evidentemente il pubblico presente è però quello fan del Celentano cantante, e non opinionista. O forse è l’entrata in scena di Gianni Morandi a distrarre dal dibattito e a ridestare l’attesa per la musica? Sta di fatto che, dopo neanche mezz’ora, dalla platea arrivano i primi fischi di insofferenza e Morandi (da vero “animale da palco”) aguzza le antenne e avvisa: “È un discorso un po’ lungo Adriano, vogliono la musica”. La scaletta è stravolta: qualche cenno al direttore d’orchestra e riparte il duetto Celentano-Morandi che si esibisce in Scende la pioggia, La mezza luna, Ti penso e cambia il mondo, A Woman in Love. Se li portano via i ballerini.

Tutto sommato uno spettacolo piacevole, complice senza dubbio l’atmosfera dell’Arena. Ma alla “pantera”, forse, verrebbe da dire un po’ alla Shakespeare: “Quanto rumore per (quasi) nulla”…!

Lara Mikula