A proposito degli appartamenti di Bellaria, edificati vicino alla Mapei

Nella seduta del Consiglio comunale tenutasi il 14 febbraio scorso, sono stato favorevolmente impressionato dalle affermazioni del signor Sindaco, che ha puntualmente affermato e più volte ribadito che è sua precisa volontà trovare una onorevole soluzione nell'interesse della cittadinanza, degli operatori e della Mapei Spa stessa; in sintesi di non essere contro nessuno. Se tali sono le premesse, è altrettanto innegabile che le notizie di stampa - che hanno preceduto di qualche giorno il dibattito in Consiglio comunale - così come confezionate dai cronisti e, in particolare, per l’esplosività dei titoli degli articoli, hanno prodotto in me, in qualità di presidente della cooperativa che opera nell'intervento edilizio in questione, sgomento e rabbia.
Non poteva essere diversamente, perché mi sono sentito come se fossi una persona senza dignità, che ha approfittato, a scapito dell'interesse della nostra cittadinanza, di cui faccio parte integrante da quasi 60 anni, e nella qualifica di responsabile della cooperativa edilizia opero da oltre 45 anni, nel pieno rispetto della normativa e con innegabile soddisfazione da parte degli utenti delle unità immobiliari edificate sino a oggi. Come ho detto sopra, l'affermazione del signor Sindaco ha gradualmente fatto rientrare questo sgomento iniziale, anche in ragione del fatto che mi sento sicuro e certo di non aver messo in atto nulla che non sia stato, sin dall'origine, previsto progettualmente sulla base degli atti e dei dettati dai competenti responsabili degli uffici comunali quale, a titolo di esempio, l'edificazione di un immobile di 7 piani e non di 8 piani, come è stato scritto nelle notizie di stampa e in un documento ufficiale notificato dal Comune. Per quanto concerne il merito complessivo della questione, mi sento di affermare che, fatte salve le prerogative del signor Sindaco per l'accertamento dei fatti, non va disconosciuto che noi operatori abbiamo avviato i cantieri nell'aprile 2009 - entro l'anno saranno ultimati i lavori stessi - sulla base di tutte le autorizzazioni dei tecnici degli uffici comunali preposti, autorizzazioni che, per quanto mi compete, e non ho motivo di dubitare, ci sono state rilasciate nel pieno rispetto delle norme di legge in materia. Avviandomi alla conclusione della presente,  la domanda che si pone è: "Come se ne esce???".
A mio modesto parere, la risposta si riallaccia all'affermazione del signor Sindaco, riportata al punto B, che mi sento di ampliare e, voglio sperare, _ sarà _ condivisa dal signor Sindaco e cioè che la soluzione va ricercata in un ragionevole termine di tempo, per non arrecare danni sia agli operatori sia agli aspiranti acquirenti, nonché  alla cittadinanza, che si sente coinvolta ed esposta a chissà quale evento catastrofico incombente. Come tale, ritengo che un tavolo di concertazione con tutti gli attori presenti sia quanto mai necessario, allo scopo di trovare chiarimento alle reciproche posizioni e instaurare finalmente una comune intesa, che pervenga alla piena soddisfazione di tutte le parti interessate. Questo è quanto io confido e auspico, in un ragionevole termine temporale.