Botta e risposta tra un lettore e la redazione sul progetto di sviluppo di Mapei

Davvero sono rimasto molto stupito nel leggere, sul Vs numero 12 del 18 giugno (....il primo dopo le elezioni...) il grande risalto che avete dato al potenziale ampliamento dello stabilimento della Mapei con un progetto a cura della celebre archistar Mario Botta. L'articolo è stato riportato addirittura in seconda pagina, era pieno di eloqui ed impostato con una evidente pompa ed entusiasmo per enfatizzare questo fatto...

Lettera alla Redazione

Lettera alla Redazione

Ebbene: premetto che personalmente sono CONTENTISSIMO di apprendere questa notizia per gli ovvi motivi che sono stati ben evidenziati nell'articolo stesso (avanguardia, introiti, posti di lavoro, rilancio economico e, permettetemi, visto che ho studiato architettura, una personale predilezione verso chi è stato mio professore).
Ma... come la mettiamo con la pericolosità dell'area? E il deposito di perossidi? 
Abbiate pazienza: fino allo scorso numero, sulle colonne del vostro giornale non si perdeva occasione per parlare del temibilissimo rischio ambientale Seveso 2 e della Santa Barbara che avrebbe impattato per un raggio di moltissimi metri; la Mapei veniva descritta - sempre indirettamente, e non ho mai capito il perché - come un luogo pericolosissimo, una via di mezzo tra Mururoa e Chernobyl ...ed ora invece sempre il vostro giornale esulta per questo progetto????
C'è qualcosa che proprio non mi torna!!!!
Ma se questa zona è altamente pericolosa (come sul vostro giornale è sempre stato detto a gran voce), perché ora si gioisce del fatto che ancora più gente ci passerà praticamente la maggior parte della loro giornata????
Ricordo solo io che enfatizzavate gli addirittura più di 200 metri di area di incidenza in caso di esplosione con epicentro nel deposito????
Capite bene che a questo punto chiunque potrebbe pensare che i lavoratori siano soggetti che non serve tutelare o che il pericolo è a senso unico.
Data per scontata l'assurdità di quanto ho appena scritto, mi viene allora da pensare che la verità è BEN ALTRA ed il responso del Ministero dell'Interno, con il suo statement a firma del responsabile del settore esplosivi, mi da ulteriore riprova.
Se, come sempre si dice: due indizi fanno una prova, due prove che cosa fanno????
Finalmente, dopo quasi 4 anni di bugie e di assurdità, la VERITÀ sta venendo a galla!!
Detto questo concludo auspicando fortemente che il progetto della celebre archistar Mario Botta si concretizzi il prima possibile con la speranza che la nostra economia locale possa ricevere un ulteriore slancio per superare questo momento di tremenda crisi che purtroppo non accenna a diminuire.

Alessandro Giuseppe Tirloni

Gentile lettore, seguiamo da sempre tutti gli sviluppi della vicenda Bellaria e sin dall'inizio l'estrema complessità degli eventi ci ha indotto ad approfondirli con la cura necessaria.
La cronaca che nel tempo è apparsa  sulle colonne del nostro giornale faceva sempre riferimento ad un approfondito esame di documenti ufficiali, non ultimo lo statement del Ministero dell'Interno cui fa riferimento nella sua lettera. In particolar modo ci siamo soffermati sulle sentenze del Tar che pur molto articolate, sono chiare ed intellegibili e dicono che quell'insediamento  non rispetta tutti i canoni richiesti dalle normative. Abbiamo sempre riportato le dichiarazioni dei protagonisti e siamo pronti ad aggiornare i nostri lettori su tutti gli sviluppi della vicenda che confermino o ribaltino quanto finora scritto.  Anzi, la nostra voce libera e indipendente ha fatto sì che alcuni operatori commerciali di “area” tagliassero le commissioni pubblicitarie al nostro periodico, reo di non uniformarsi al pensiero dominante; l’unica cosa che dobbiamo è la verità ai nostri lettori.
Liberissimo di interpretare come vuole l’articolo per cui ci scrive, ma è semplicemente un articolo di cronaca del territorio, nessun tono trionfalistico.
Per quanto concerne i rischi per i dipendenti del progetto di sviluppo ci auguriamo  che questa vicenda abbia insegnato a tutti i soggetti coinvolti a valutare con attenzione tutti i rischi connessi alla presenza attorno e in Mapei. A maggior ragione in questo caso, in cui a dire una delle ultime parole sulle nuove infrastrutture sarà un unico comune, quello di Mediglia sul quale insiste l'intero sedime dell'industria.
Non veda dunque enfasi indebita in un semplice articolo di cronaca. Continui a seguirci.

La Redazione