Don Paolo in Africa: “mission possible” Le questioni importanti si possono risolvere

Sono questi solo alcuni dei progetti in cantiere nella missione in Zambia del nostro concittadino Don Paolo Pupillo, che in questo periodo è in Italia a godersi qualche giorno di meritato riposo dopo quasi due anni di indefesso servizio, ma anche a promuovere una raccolta fondi drammaticamente urgente (il preventivo per tutti i progetti è di 140000 euro in quattro anni, ma senza 45000 nell’immediato ‘si torna a casa’), specialmente tramite l’onlus Ali d’aquila, sorta spontaneamente due anni fa per sostenere il nostro missionario nella memoria sempre viva di un altro concittadino tragicamente scomparso, Paolo Briani.
Don Paolo ci racconta che “la nostra speranza è altissima, in modo inversamente proporzionale alla disperazione economica e alla necessità di almeno un altro prete per 17 parrocchie da servire con il solo aiuto di un seminarista e di tre volonterose suore di Maria Bambina”. Scandisce le parole, e con la calma determinata di chi ha visto come langue un’intera parte del mondo e lotta pacificamente per cambiarne almeno un piccolo angolo inquadra le vicissitudini di 5000 persone sparse nell’arco di 110 km, tutti da percorrere con un fuoristrada su strade sterrate, nel contesto socio-culturale di un Paese dove lo stato è assente e grandi piaghe sociali impediscono lo sviluppo di quello che potrebbe essere “il secondo granaio d’Africa” per risorse e possibilità.
“La mortalità media si aggira intorno ai 37 anni di vita. E’ molto forte a livello infantile specialmente per l’AIDS, malattia diffusissima per combattere la quale non c’è che un ospedale a chilometri di distanza e tanta buona volontà, laddove è lo stato a predicare l’astinenza perché non ha i soldi per fornire i profilattici. Noi nella catechesi ne parliamo, e realisticamente predichiamo… la fedeltà, l’amore – fatto non scontato in un paese in cui la poligamia è tradizione tribale diffusissima”. Per quale motivo? “ C’è un androcentrismo radicato nei secoli, per cui la donna vale meno dell’uomo eppure si sobbarca, con i bambini, tutto il lavoro agricolo di raccolta. Il maschio lavora nel periodo della semina, e per il resto dell’anno è inattivo: per ‘distrarsi’ cerca e sposa tribalmente altre donne e si rifugia nell’alcoolismo e nella droga, mali purtroppo molto diffusi anche qui”. Eppure, dice Don Paolo che quando è stata data loro la possibilità di studiare, le varie Katrin, Linette, Ketty, Memory o Florence hanno dimostrato un’indomita volontà di essere autonome economicamente e quindi socialmente.
“Il poligamismo comincerà ad essere debellato quando i matrimoni saranno fatti per amore e ogni singolo crescerà diventando produttivo per la propria nazione: il legame tra crescita economica e sociale è fortissimo e inestricabile, per questo spero proprio nel vostro aiuto…”, aggiunge il giovane sacerdote.
Un altro problema difficile da risolvere perché radicato nell’anima più profonda di questa gente è la stregoneria: “Qui gli spiriti maligni sono una realtà evanescente ed indotta quanto concreta: si dà per scontato che chi è capace di agire sulla realtà fisica abbia poteri particolari e negativi, quando spesso si tratta di persone innocenti o capri espiatori deboli fisicamente o mentalmente che vengono additati, come le streghe nel medioevo, da cacciatori di streghe che usano tecniche da ‘gioco di prestigio’ per farsi pagare e diventare ricchi sfruttando le paure e le superstizioni della gente”. Uno di questi witchfounder ha addirittura costruito una reggia in un villaggio dove ha rubato soldi, bestiame e costretto donne a prestarsi sessualmente con il ricatto, ma grazie all’intervento di Don Paolo, che di giochi di prestigio se n’intende perché si è sempre divertito a praticarli, è stato smascherato e costretto alla fuga: “Abbiamo studiato dal punto di vista chimico il rituale che l’uomo inscenava quando voleva ‘puntare’ una persona additandola come posseduta da uno spirito maligno, e in uno spettacolo di ‘magia’ davanti a tutta la comunità abbiamo spiegato la dinamica del trucco facendola concretamente vedere: la gente, stupefatta, ha capito l’imbroglio e non presterà più fede a quel losco individuo, anche se, essendo qui la vita legata allo spiritualismo a livello millenario, continueranno a credere che esistano anche cacciatori umani ‘buoni’ e ‘onesti’”
Insomma i problemi sono molti ma il paziente lavoro della missione italiana sta già cominciando a dare i suoi frutti. Se volete saperne di più, e contribuire concretamente, non vi resta che visitare il sito www.alidaquila.com.