La pista ciclabile che non arriva


La sequenza di foto che allego mostra quello che succede svariate volte ogni giorno, a me, ad altri, a molte persone, che eleggono con speranza nuovi sindaci e nuove Giunte e che dopo un anno si lamentano sia del sindaco che della Giunta. Un genitore con due bambini, uno, piccolo nel cestello, l'altra, più grandicella sulla sua mini ‘graziella’, che arranca subito dietro con quell'andatura ciclistica tipica dei bambini: traballante a destra e sinistra tipo strappo finale del Giro d'Italia anche se lei va solo a 5 all'ora. Va tutto bene fino a quando il trio non arriva al famigerato, bastardo, rompi…….ni passaggio della morte. Il ponte della pista ciclabile che non c'è. Ancora non c'è. Dopo anni di continue richieste, dopo ammassi di case costruite da Pirovano, piramidi di capannoni costruiti da altri, migliaia di bollette e tasse riscosse, centinaia di lamentele, decine di attività finanziate dal Comune e non richieste dai cittadini… “Il ponte nun ce sta!”, come direbbe Pulcinella.
Ma sapete cosa aspettano i politicanti? L'unità! Unità nel senso di -Uno- non nel senso di Festa (anche di quella ce ne sono state parecchie). Dico unità per dire morte. Dico unità per dire un bambino che viene falciato proprio in quel punto. Magari a giugno. Forse a luglio. O domani. Dico unità dopo migliaia, centinaia, decine di cose che erano utili solo a chi ci guadagnava nel farle.
Forse i politici di Peschiera Borromeo vogliono un calcolo compumetrico fatto da un loro consulente ben pagato per capire che un bambino in bici che traballa come una biscia ha bisogno di almeno 1,5 metri di spazio per evitare di diventare quella unità che favorirà il verdetto politico-decisionale imponendo di utilizzare parte del bilancio comunale per costruire un ponticello di legno di 5 metri: Comune, sei ridicolo.
Quella unità, quel bambino, adesso è la mia denuncia di omicidio preterintenzionale. Cari cittadini di Peschiera che assembrate i bar dei “gratta evinci”, che comprate alla Coop, che pagate i mutui, che fate la fila sulla Paullese guardando il Lambro in attesa di guardare il prossimo mega-centrocommerciale, che avete le biciclette con sopra dei figli o dei nipoti, vi chiedo: perché non ci mettiamo già adesso, in quel punto che ben conoscete, una piccola lapide in bianco, senza nome, senza data?
Contribuiremo anche noi così a partecipare al triste evento dei parenti e sollevargli un po' il morale.

Guido Ivo Tissi