Risposta alla lettera di Roberto Pons: «Chi fa jogging è ben visibile ed evita luoghi isolati»

Questa mia lettera si riferisce a quella di Roberto Pons in merito a “Quando fare jogging diventa estremamente pericoloso per la vita”, pubblicata sul numero 2 del 30 gennaio 201 (link: http://bit.ly/11X0cnz).
Gli indumenti attuali per la corsa - e le scarpe soprattutto - hanno degli inserti rifrangenti, in modo da rendere visibile chi li indossa al buio, una volta che la luce li illumina. Tutte le luci dell’auto dell’autore funzionavano a dovere?


È vero che il colore predominante è il nero (come negli altri capi d’abbigliamento oggi, dato che è il colore di moda), ma con questi inserti non dovrebbero esserci problemi.
I podisti citati, che corrono prima dell’alba e dopo il tramonto, cioè quando non c’è la luce naturale, è ovvio che vadano a praticare il loro sport preferito dove trovano percorsi illuminati, soprattutto le donne, come la signora eletta “campionessa” nella classifica speciale dall’autore. Essendo l’autore un uomo, forse non ha ben chiaro che le donne, seppur in un paese libero, non hanno totale libertà di movimento ed evitano quei luoghi e occasioni che potrebbero portarle a incontri ed episodi poco piacevoli per la loro incolumità fisica, che è messa a rischio anche dalle pericolose molestie maschili oltre che dalle macchine che sfrecciano. Anche un uomo forse non si divertirebbe a correre al buio totale e forse neppure lui si sentirebbe al sicuro in tali circostanze (rapina).
In ogni caso, aspettiamo tutti l’incremento a dismisura della rete di ciclabili illuminate e curate, per poter praticare il nostro sport preferito in sicurezza, utili anche per aumentare la viabilità tramite bici e togliere dalla strada automobilisti intolleranti.
Elena Artus-Martinelli, Peschiera Borromeo (San Bovio)